A me nessuno ha mai regalato nulla

21.04.2022

«A me nessuno ha mai regalato nulla». Questa frase pronunciata in un'intervista dallo chef Alessandro Borghese ha scatenato le reazioni di tantissima gente sui social, soprattutto giovani. Secondo lui, infatti, i ragazzi di oggi «preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici» rispetto ai sacrifici che avrebbe fatto lui per ottenere il successo.

Al popolo del web, però, non è sfuggita l'origine del celebre cuoco figlio di una delle attrici più famose degli anni 70 e di un ricco imprenditore napoletano. Continuando a sbirciare nella biografia di Alessandro Borghese, inoltre, si può facilmente notare come abbia studiato e conseguito il diploma di chef all'American School of Rome, una scuola con rette da tremila euro al mese. Mi ricorda il famoso video, diventato un caso mondiale, della ricca ereditiera Kim Kardashian, che invitava a «muovere il culo e andare a lavorare» per fare successo.

Allo chef non si recrimina il successo o il sacrificio, ma si fa notare come l'assunto delle sue parole sia sbagliato per un motivo semplice, cioè la convinzione che la meritocrazia sia un sistema perfettamente funzionante e che premi chi di dovere, una convinzione che rende ciechi di fronte ai propri privilegi, perché fa credere che tutti inizino dalla stessa base, dallo stesso punto di partenza. Ma non è così. Senza andare nello specifico, basta ricordare che le nuove generazioni hanno affrontato negli ultimi anni due crisi economiche senza precedenti, una pandemia e una guerra che rischia il coinvolgimento mondiale.

È strano pensare come questi elementi possano sparire dalla memoria di qualcuno anche quando sono quotidianamente davanti ai suoi occhi. Ma d'altronde è questo il potere del privilegio, appanna la vista così tanto da far dimenticare che non tutti hanno la possibilità persino di viverli, quei sacrifici.