Agosto pandemia non ti conosco

14.04.2021

Se pensi alle vacanze significa che sei ancora vivo e soprattutto non sei depresso. E allora prenotiamo. Qualunque siano i colori, gli Rt, le curve, i bonus e i ristori. Abbiamo passato il Natale e la Pasqua in cattività, ma ad agosto pandemia non ti conosco. Se prenoti, peraltro, hai anche la benedizione di Mario Draghi, che ha detto: lo farei anch'io, se potessi andare in vacanza. Noi possiamo, e allora andiamoci.

Dopo un inverno trascorso in casa, niente potrà fermare quest'onda nelle seconde case, negli hotel, campeggi, case vacanze, b&b, palafitte e mulini a vento, con prezzi che stanno lievitando a ritmo pazzo e crescente. Ho letto che a Santa Marinella, modesta località balneare nei pressi di Civitavecchia, affittare una casa arriva a costare 5 mila euro al mese. E pensare che nel film Viaggi di Nozze, quando Verdone disse di aver prenotato "un giro che fanno tutti, Tunisi, Cairo, Luxor", il fratello rispose: "Santa Marinella, io, a casa de mi' socera me so'fatto er viaggio de nozze, io".

Erano molti anni fa, ora la pandemia ha impreziosito tutto. L'ho constatato personalmente quando a febbraio scorso (avete capito bene, febbraio) ho prenotato una casa singola con una piccola piscina a Portovenere per due settimane a fine agosto. Quest'anno tutti al mare, dopo mesi di brutte notizie, virologi, serie tv, documentari, Arcuri e terapie intensive, vogliamo il mare, le passeggiate nel golfo dei poeti, un tuffo in piscina, una grigliata, un po' di sole e di serenità. Siamo sempre un popolo di navigatori e verso il mare, in verità, gli italiani non hanno mai smesso di andare. A gennaio scorso era venuto fuori che le mete esotiche avevano ispirato "i furbetti del lockdown", che s'erano organizzati con alcune agenzie viaggi per raggirare i dpcm e raggiungere le Maldive con in tasca un'autodichiarazione di comprovata esigenza di studio. Signor agente, mi faccia passare, non vorrei arrivare tardi al mio corso di anatomia del polipo. C'è una struttura alle Maldive, rimasta aperta durante la prima quarantena, dove alcune agenzie avevano spedito i clienti danarosi al costo di 2500 euro al giorno, con rilascio finale di attestato per aver frequentato con profitto un corso di astronomia. Ho subito pensato che Nanni Loy ne avrebbe fatto un capolavoro.

Gli italiani tendono a una vita in vacanza ma non sono gli unici a non voler rinunciare alle ferie, viaggiare è diventata una vera e propria pulsione ormonale. Già prima del covid il molto abbiente mostrava la tendenza a fare dell'albergo a cinque stelle la sola e unica meta della vacanza, mentre i poveracci si accalcavano nei bungalow o nelle case delle nonne. Nel futuro post pandemico i primi continueranno così, anzi, cercheranno hotel sempre più isolati in stile lockdown di lusso, mentre i secondi se ne staranno a casa, faranno il bagno in una piscina gonfiabile rubata ai figli e prenderanno il sole sul balcone perché non rientrano in nessun bonus vacanze.

Gli italiani vogliono andare in vacanza perché di questi tempi una vacanza da raccontare significa coraggio e resilienza, e l'italiano tutto rimprovera al suo prossimo meno che la vacanza al secondo anno di pandemia: è la sola eccezione che concedono. Quest'anno prenotiamo le vacanze con lo stesso spirito con cui l'anno scorso disegnavamo gli arcobaleni, senza un perché, senza dirci altro che abbiamo visto un posto che ci piace, si chiama mondo e vogliamo tornarci il prima possibile, stufi di bere il caffè in strada dentro un bicchiere di cartone.

Il primo racconto del libro Le piccole vacanze di Alberto Arbasino finisce con l'elenco delle cose che il suo protagonista, un ragazzino metropolitano, ha amato durante il soggiorno in campagna, dove sa di aver trascorso l'estate per l'ultima volta. E dice: "Non sarò ragazzo mai più e neanch'io lo vorrei, però mi è piaciuto molto". E' il senso di questo nostro prenotare, tornare a sentire qualcosa che abbiamo avuto, che siamo stati e che abbiamo amato molto. Sono sicuro che quest'anno persino i pantofolai sociopatici tenteranno un fine settimana da qualche parte.