Andatevenaffanculo

13.01.2020

Leggendo il comunicato ufficiale a firma Duca e Duchessa del Sussex, forse avrebbero potuto scrivere più semplicemente «andatevenaffanculo». Che è un po' il senso della fuga di Harry e Meghan, i cui nomi si intrecciano in un logo da coppia dannata, come quelli di Bonnie e Clyde, o come quelli degli antenati Edward e Wally, anch'essi in fuga dalle pesanti regole di corte.

Harry e Meghan mandano a quel paese i privilegi regali, quella vita insulsa fatta di sorrisi di circostanza, di visite ai centri di beneficenza fingendosi interessati ai disegnini dei bambini disagiati, di partecipazioni a eventi e cerimonie pompose, per offrirsi ai flash dei fotografi e finire su giornali che criticheranno il tuo abito, le tue scarpe, il tuo trucco o la smorfia involontaria. Tutta roba che William e Kate si sciroppano senza troppo disagio, ma d'altronde sarai il futuro re d'Inghilterra, e allora beccatela tu 'sta vita del cavolo. Noi diciamo no e ce ne andiamo, come la coppia del film Il laureato, che abbandona le famiglie furibonde con un palmo di naso per salire su un autobus scalcinato e andare incontro alla libertà e al vero amore.

Naturalmente non ci saranno autobus scalcinati nella vita di Harry e Meghan, che comunque possono contare sulla rendita milionaria del giovane rampollo della casa reale. Ma affanculo pure la rendita, infatti i due dichiarano che diventeranno indipendenti e andranno a lavorare. Lei come attrice, lui chissà, forse nel consiglio di amministrazione di una multinazionale, oppure impegnato a finanziare qualche centro di ricerca per la salvezza del pianeta. Il loro bambino, Archie, non crescerà tra maggiordomi e istitutrici, non imparerà a camminare dentro saloni affrescati e su tappeti persiani, non sarà perseguitato dai fotografi mentre va all'asilo, a scuola o a pattinare.

La monarchia britannica si conferma un generatore di gossip senza precedenti, tanto da fornire nuovo materiale per gli sceneggiatori di una serie televisiva, così come le dimissioni di papa Ratzinger hanno generato fiction su fiction. Se poi ci aggiungiamo Bill Gates che ha dichiarato: «Sono troppo ricco, voglio pagare più tasse», allora qui si profila nuovo materiale per gli studenti di Sociologia. Proprio qualche sera fa, alla cerimonia dei Golden Globe, il regista e produttore inglese Ricky Gervais aveva ammonito i divi del cinema affermando dal palco: «Voi non sapete nulla della vita reale, quindi non fate discorsi politici, non siete credibili, ritirate il vostro piccolo premio, ringraziate, e andate via». Harry e Meghan, divi anche loro, rinunciano ai privilegi per guadagnare una vita reale e dunque forse una credibilità, davanti al mondo e prima ancora davanti a se stessi.

Il semplice fatto di nascere come secondo figlio, dopo William, e non risultare perciò in pole position nella successione al trono, concede a Harry la libertà di fare questa scelta radicale. Non avrà più protezioni, se ne andrà solo nel mondo insieme a Meghan. Gli auguro ogni bene, però al suo posto non l'avrei fatto. Ma solo perché, cinicamente, ho più esperienza di vita e non scambierei mai la solidità di una Royal family con quella di una famiglia normale.