Andrà tutto bene

20.09.2021

"Andrà tutto bene" scrivevamo sui cartelli nei giorni terribili del lockdown duro. Anche se non è andata proprio così, è certo che ne verremo fuori, anzi, ne stiamo già venendo fuori grazie al quotidiano spirito di sacrificio di un intero Paese. La sostanza è tutta qui: se non prestiamo attenzione solo alla superficie delle polemiche più cattive, alle battaglie puerili fra ultras vaccinisti e quelli delle presunte "libertà violate", quello che resta è una stragrande maggioranza di cittadini matura e responsabile. Una stragrande maggioranza anche critica ma allo stesso tempo perfettamente consapevole che la strada è una sola ed è molto stretta.

I continui provvedimenti tesi a regolare l'accesso alle nostre attività quotidiane, pone una serie di interrogativi sulle conseguenze e sulla delicatezza dei princìpi coinvolti, compresi quelli costituzionali. Non possiamo valutare il Green Pass solo in punta di diritto, perché significherebbe astrarsi dal contesto. Non possiamo far finta che questa sia la nostra condizione normale. La pandemia è una circostanza oggettiva con cui non si possono fare i conti solo quando si vuole; è una realtà che obbliga chi ricopre funzioni pubbliche a muoversi con il massimo equilibrio. Vale per i partiti politici, che finiscono per vivere un paradossale "liberi tutti" perché tanto c'è Mario Draghi e nessuno lo tocca (quindi si può fare un po' di caciara a fini elettorali senza farsi troppo male), e vale per opinionisti, professori, scienziati, filosofi, scrittori, musicisti e saltimbanchi pronti ad azzannarsi verbalmente vestendo i panni degli ultras di una delle due curve dello stadio.

L'Italia ha già sperimentato gli "opposti estremismi" e le sue infauste conseguenze, e ha dovuto fare i conti con la lunga stagione del terrorismo uscendone vincitrice senza intaccare una sola delle libertà costituzionali e delle conquiste figlie della lotta al nazifascismo. E allora come si può pensare che la pur devastante pandemia possa spingerci in un baratro che abbiamo saputo evitare davanti ad incubi peggiori della nostra storia repubblicana?

È il momento di tirare il fiato, prendersi una pausa ed essere responsabili riconoscendo che il Green Pass forse non sarà la migliore soluzione possibile ma resta pur sempre un provvedimento per gestire una realtà tanto straordinaria quanto transitoria. Nulla più di questo. Non stiamo disegnando un Paese nuovo o - peggio - un "uomo nuovo", stiamo solo provando a dare un senso a quel "Andrà tutto bene".