Come Santiago

27.07.2022

A volte accadono miracoli, tipo che uno (anzi, più di uno) riesca a entrare in Parlamento. Uno di quelli che fino all'altro ieri diceva che «la politica è una cosa sporca». Ma che brutta fine che hanno fatto - mammamia! - lui e gli amici suoi. Che hanno fatto? Si son tagliati gli attributi. Dalle Alpi alle Piramidi, passando per le mie belle Marche, c'è un vecchio adagio popolare molto noto negli ambienti da Bar Sport, secondo il quale ci fu uno scriteriato che per far dispetto alla moglie fece altrettanto. Una similitudine calzante con l'ultimo dei beau geste (si fa per dire) consumato in Parlamento da quelli che uscirono - oltre che dai suddetti Bar Sport - da cucine, camere da letto, scantinati e bagni, intesi come cessi, per andare a veder le stelle. Non tutte, solo 5.

Il loro pifferaio magico era un guitto noto alle cronache da intrattenimento televisivo per bocche buone. Con una magia che manco Mago Merlino, li aveva trasformati da rabbiosi infelici in protagonisti di uno spettacolo mai visto prima: altro che Barnum, altro che Paperissima! Volevano aprire il Parlamento "come una scatoletta di tonno" ma alla fine della loro traversata nel Transatlantico della politica italiana, sono rimasti come Santiago, quel vecchio che nel racconto di Hemingway, dopo aver pescato il pesce più grosso, è tornato a riva con la sola lisca perché gli altri pesci ne avevano divorate le carni. Mutatis mutandis, i suddetti pescatori di anime qualunquiste sono rimasti come Santiago, stanno cioè per tornare sulle loro rive (i suddetti Bar Sport e simili), ammaliati da un nuovo pifferaio devoto a Padre Pio.

Un baratro che pare proprio il posto loro. Il problema è che in quell'abisso hanno trascinato un intero Paese, che stava vivendo una stagione realmente magica grazie a chi aveva restituito alla politica italiana quella credibilità internazionale persa da lungo tempo, uno che, invece di godersi una meritata e lussuosa pensione, s'era sobbarcato l'onere di far uscire il Paese dal guado in cui era precipitato per l'insipienza di miracolati della politica, di parvenu della cosa pubblica, secondo i quali Mosca si affaccia sul Mediterraneo.

Nel marasma in cui era finita la politica italiana dopo le nobili performance del Papeete Beach, c'è stato chi ha pensato sé stesso politicamente simile a Cavour, col risultato di trovarsi senza attributi e senza scatolette di tonno.