E la nave va

26.10.2022

Le opposizioni non avranno una linea politica comune. Non è mai successo. Ma il guaio non sono le opposizioni con politiche diverse ma quelle prive di idee politiche. O che siano frastornate. Termini come "opposizione dura" non significano un accidenti. L'opposizione che spera di diventare maggioranza deve scegliere i temi su cui vuole caratterizzarsi e che utilizzerà per far cadere il governo. E qui, al momento, si brancola nel buio.

Nel discorso della presidente Meloni si devono andare a cercare certi vocaboli, impreziositi dall'enfasi della pronuncia, per rintracciare l'oppositrice che fu. Uno, per esempio: "potentati". Della serie: noi popolo siamo contro i potenti. E vabbè, ora sei potente e vediamo. In quel discorso, però, andando alla sostanza - lasciando da parte l'uso emotivo della storia personale - c'è una conversione che pone un problema agli oppositori, ove mai vogliano essere effettivamente tali e puntare a essere futuri vincitori. L'Italia continuerà nel totale sostegno dell'Ucraina e nella condanna dell'invasione russa. Questa la posizione del governo, anche se sappiamo bene che in maggioranza ci sono presenze che la pensano in maniera diversa.

E allora l'opposizione ha due strade: lavorare sulle spaccature interne alla maggioranza, in modo da indebolire Meloni e accelerare la crisi, oppure lavorare per consolidare la condanna russa e gli aiuti agli ucraini, in questo modo aiutando Meloni ad emarginare i putiniani governativi. Il che comporta una scelta: si prova a tenere unita l'opposizione - cominciando a dire frescacce generiche e falso pacifiste - oppure si abbandona al suo destino il populismo d'opposizione e si costruisce qualcosa degno di governare? Questa seconda ipotesi comporterebbe un miglioramento del livello politico e la necessità di un ricambio, non solo di una segreteria ma di una cultura e una mentalità. E non so se questo si vuole fare veramente o si attuerà il solito atteggiamento gattopardesco, quello di cambiare tutto per non cambiare nulla. Se ciò non fosse, si deve agire con intelligenza.

Se il governo, come dice il ministro responsabile, decide di riprendere la via dell'energia nucleare, l'opposizione può scegliere se farsi venire i mancamenti falso ecologisti o se sfidarlo nel passare dalle parole ai fatti. Se il ministro dell'Agricoltura si propone di aumentare i terreni coltivati, l'opposizione può scegliere di passare ancora del tempo a sollazzarsi sulla "sovranità" alimentare (autarchia produttiva oggettivamente ridicola) oppure far osservare che quei terreni qualcuno dovrà poi lavorarli e - come l'esperienza insegna - saranno per lo più immigrati. Nel prossimo decreto flussi ce ne mettiamo un paio di centinaia di migliaia?

A questo punto gli oppositori non passeranno per distruttori ma diventerebbero propositivi agli occhi del Paese, punto di partenza e motivo serio per rimontare. Se invece intendono discutere ancora a lungo se sia più femminista "la presidente" o "il presidente", se i generi sessuali siano due o "n tendente all'infinito", su chi fa il segretario di cosa, possono continuare in tutta tranquillità a sperare che il governo cada da solo e venga il solito tecnico che fa salire tutti a bordo fino al primo porto sicuro: la fine della legislatura e la pensione da parlamentare.