Eppure i ristoranti sono pieni

19.08.2021

In Italia ci si sposa poco. Secondo l'Eurostat, dei tre su mille che lo fanno, tre sono amici nostri, o congiunti, o affini che si sono innamorati mentre erano in fila alle Poste e ora sono lieti di comunicarci che si sposano e ci vogliono alla festa, alla cerimonia e al battesimo dei figli che contano di fare tra un anno, e due, e tre. Tutto è tornato com'era, compresa la difformità tra la realtà "reale" e quella dei sondaggi: la crisi demografica s'accentua eppure non facciamo che andare a compleanni di seienni, a battesimi, a prime comunioni; la recessione matrimoniale batte ogni record eppure noi non facciamo che devolvere il 30 per cento del nostro reddito alle nozze altrui. È un continuo riproporsi di "eppure i ristoranti sono pieni".

Ma atteniamoci ai fatti: quest'estate ci è toccato il triplo dei matrimoni poiché alla già intollerabile quota normale si sono sommati i recuperi dell'anno scorso e i nuovi amori, che essendo amori pandemici hanno una grande smania di accasamento, sono accelerati, evolvono come in Shakespeare.

Ai nostri nonni andava peggio ma a loro non pesava, non perché fossero migliori di noi (lo erano), non perché fossero impermeabili alle sindromi (lo erano), ma perché le nozze degli altri non erano il salasso che sono oggi, più di ieri meno di domani, nonostante l'impoverimento, l'incertezza del futuro, la frugalità delle istituzioni (ma li avete visti Macron, Merkel e Von der Leyen che bevevano succhi di frutta seduti intorno a un tavolo senza nemmeno uno stuzzichino e un sottobicchiere?).

Ho letto che quest'estate c'è chi ha presenziato a dodici matrimoni. E dove siamo, in un film di Kusturica? Qualcuno consiglia di declinare. Impossibile. I nubendi sono chiari, ci guardano dritti negli occhi e ci dicono: ci sposiamo, ma faremo solo una cosa tra intimi, sai, per via del virus, i vaccini, il casino, ma naturalmente tu sei dei nostri. Provate a dire: no, guarda, non posso, mi dispiace, a chi vi dice che vi vuole al suo matrimonio perché vi annovera tra gli eletti, i parenti di fatto, la famiglia che si è scelto. Provateci, e vedrete quanto vi sentirete ingrati, balordi, stronzi, sociopatici, tutte cose che siete e in conseguenza delle quali vi siete comportati in quest'anno e mezzo preservandovi dalla mondanità più del solito, con la nobile scusa di non voler mettere a repentaglio la salute di nessuno. E con quali risultati? Siete diventati gli intimi di tutti, gli invitati irrinunciabili, il Martini della festa. E dovrete partecipare con gioia al vostro depauperamento in dodici puntate tutte identiche, feste gloriose e apocalittiche, le ultime feste del mondo, come sono sempre i matrimoni.

Ai nubendi non importa se avevate voglia di andare in vacanza o se non vi vaccinerete prima di settembre o se avete perso il lavoro o lo avete dimezzato o avete divorziato o cambiato paese e adesso vivete in provincia di Catanzaro e per raggiungere Milano vi richiede un viaggio di tre giorni e tre notti. A loro interessa che li accompagniate all'altare, che vi sbronziate, che siate felici per loro, che assecondiate la loro ansia, la paura di perdersi tutto, che è la cosa che tu ti auguravi accadesse: che perdessimo tutto e prima d'ogni cosa le orride feste matrimoniali di tre giorni tra l'andare, il restare e il ripartire.