Era solo divertimento

20.04.2021

Il video di Beppe Grillo mi ha indignato. È la tragica figura della mamma primordiale che difende il picciriddu perché "quella puttana la dava a tutti". Mi ha indignato perché non riesce a immaginare quale dramma sia per una ragazza subire uno stupro di gruppo e trovare il coraggio di denunciarlo, proprio perché poi ci saranno persone come lui che dicono: «Era solo divertimento».

Mi ha indignato che sottolinei come la denuncia sia arrivata dopo otto giorni. Otto giorni sono pochi, caro Beppe, una persona potrebbe denunciare anche dopo due anni, ma evidentemente Grillo non conosce cosa sia la vergogna, quella cosa a cui soprattutto le donne sono state educate, se non dai genitori, dalla società, dagli insegnanti, dalle vecchie zie, dai giornali, dalla televisione.

La vergogna è quella sensazione che si prova perché ti sei ubriacata e comunque perché ti sei messa in condizioni di farti fare del male nonostante gli avvertimenti: "Non uscire, non frequentare, non vestirti così". La vergogna è quella cosa che si prova quando qualcuno ti dice: "Te la sei cercata", o peggio ancora quando qualcuno sostiene che ti sei pure divertita. E come no? La gang bang è uno spasso, non lo sapete? Tutte le ragazze non sognano altro che farsi scopare in rapida successione dal bello, dal brutto, da quello con le gambe storte e da quello col pisello che sa di pipì. Un divertimento pazzesco! E il giorno dopo vai in windsurf non per cercare di dimenticare, di vedere se riesci a scacciare dalla testa il senso di disgusto e dal corpo il dolore della violenza. Ci vai perché sei talmente allegra per la bella nottata che desideri fare qualche altra acrobazia, e chissà che questa sera non capiti di nuovo.

Mi ha indignato che Grillo abbia taciuto per le feste di Alberto Genovese e per gli stupri della famigerata "Terrazza sentimento" e difenda la nottata di suo figlio e degli amici. Per lui Alberto Genovese è giustamente in carcere mentre suo figlio e gli amici sono solo quattro coglioni che non meritano nemmeno il rinvio a giudizio. Non pensavo che il disprezzo per le donne potesse arrivare a tanto, essere così pervasivo da accusare una ragazza che evidentemente non è in cerca di pubblicità (altrimenti l'avremmo già vista da Giletti) di essersi inventata tutto, di aver passato una serata in allegria e magari di aver denunciato i quattro buontemponi solo perché le sono venuti a noia o non le hanno più concesso le loro performanti prestazioni. C'è qualcosa che non mi torna.

Beppe Grillo mi ha fatto pena. Una pena umana e profonda che si prova verso un proprio simile disperato. Ho visto un uomo distrutto urlare cose incoerenti mentre si chiede perché uno stupratore seriale non sia in galera, dimenticando che si chiama "presunzione d'innocenza" e i magistrati ci pensano cento volte prima di mandare in prigione un ragazzo con quell'accusa, e fanno bene. Si chiama "garantismo", ma spiegare queste cose a Grillo è come parlare di identità di genere a un mullah.