Eroi

13.05.2022

Il tradizionale eroe di un tempo rappresentava una sintesi di carisma, coraggio e attitudine al comando, oltre a una forte carica etica. Presupposto immancabile è che ci fosse qualcuno da difendere: una pulzella, una comunità o un territorio. Indispensabile un nemico. Per l'Italia, la figura di Garibaldi ne incarnava perfettamente il profilo.

Oggi l'eroismo è tutt'altra cosa e oscilla tra il minimalismo di Woody Allen, eroe di una nevrosi ironica e colta, e la megalomania di pochi nababbi filantropi, idoli recenti della globalizzazione. Decisamente demodé è il patriota colpito sulle barricate da un proiettile vagante mentre inneggia all'Ideale.

Ma ora, con l'ascesa di un personaggio come il presidente ucraino Zelensky, tornano attuali le immagini e i valori che sembravano obsoleti. Stiamo parlando di un uomo coraggioso che i russi hanno ripetutamente cercato di far fuori e gli americani volevano mettere al sicuro. Il leader ucraino ha preferito restare al suo posto a proprio rischio, alla testa di un popolo che lo segue in nome di valori come libertà e nazione, oggi forse meno vivi in quanto pacificamente acquisiti ai più. Un vero capo capace di comunicare con efficacia infiammando lo spirito di un popolo aggredito. Piace a tutti o quasi. Antiquato? Forse, come antiquata - o meglio antistorica - appare la visione imperiale del nemico russo, dove lo stesso anacronismo alimenta la luce del condottiero malgrado il monito di Brecht, per cui è beato il popolo che non ha bisogno di eroi.

Ma davvero non c'è bisogno di eroi? Ogni umana virtù necessita di una certa rappresentazione simbolica. Achille incarna la fierezza e la forza, Ulisse la strategia e l'astuzia. Eroi dell'arco e della mira restano Robin Hood e Guglielmo Tell. Per la filosofia, si potrebbe identificare in San Tommaso l'eroe degli empiristi, mentre l'italiano furbetto trova i suoi eroi nell'opportunismo maneggione dei personaggi di Alberto Sordi. A sua volta, il pacifista assoluto e puro, quello che malgrado ogni oggettivo ostacolo ci vorrebbe tutti buoni, trova in Imagine di John Lennon il suo inno ideale. A un tale messaggio serioso si potrebbero contrapporre i pasticci e i guai di Pinocchio, eroe intramontabile.

Ci sono poi gli eroi western dei fumetti e dei film. Negli anni Cinquanta, all'astuto e spericolato Pecos Bill la pistola non serviva, per non parlare del cowboy nemico dei banditi ma sempre aperto al dialogo con gli indiani moderati (vedi John Wayne). Secondo Leopardi «l'eroe deve essere imperfetto», infatti Superman non vivrebbe senza il mediocre e maldestro Clark Kent. E poi c'è il cavaliere senza macchia e senza peccato delle fiabe o il solitario eroe romantico, dal Giovane Werther a Jacopo Ortis. Di certo senza fallo è il Cavaliere Inesistente di Calvino, che dopo una straziante notte di sesso mancato lascia stremata e a bocca asciutta l'avidissima vedova Priscilla.

Oggi l'imprevedibile tragedia di questa guerra ripropone in Volodymyr Zelensky un eroe risorgimentale e ottocentesco, tra idealismo, valor militare e sanguinoso scontro bellico, peccato che il mito scompare davanti allo scempio di tanti civili innocenti.