Fake news

12.04.2022

Bucha e Fragheto. Passato e presente che si confondono nel sangue di vittime innocenti, ora come allora: anziani, donne e bambini. Chissà se a Fragheto, borgo appenninico a cavallo tra le Marche e l'Emilia Romagna, che nel 1944 fu teatro di un eccidio perpetrato dalle truppe nazi-fasciste, le scioccanti immagini dei massacri in Ucraina sembrano attualità o immagini storiche che li riportano al tempo dei loro nonni. Perché cambiano le divise, cambia la lingua, ma la procedura è sempre la stessa: furia sanguinaria, saccheggi e impunità per i carnefici, dato che i collaboratori italiani della strage vennero amnistiati e il processo contro i militari tedeschi si trascinò addirittura fino a dieci anni fa e si concluse con l'assoluzione degli unici due imputati ancora viventi, mentre per il terzo non venne emesso alcun verdetto perché era morto anni prima di morte naturale.

Bucha, Irpin e Mariupol sarebbero solo dei set cinematografici e i morti straziati comparse neanche tanto professionali. A sostenerlo o a insinuarlo non sono solo i russi, i filorussi e gli italo-putiniani di complemento, lo fa anche chi vuole sfoggiare obiettività e sangue freddo davanti a un'informazione che mira più alla pancia che alla testa, e a tiggì che sentono il bisogno di accompagnare con musiche patetiche immagini di già indicibile orrore, come se lo spettatore avesse bisogno di uno stimolo in più per commuoversi davanti al cadavere di un bambino.

Le vittime di Fragheto, come quelle di Marzabotto, delle Fosse Ardeatine e delle altre stragi dimenticate, anche se non hanno avuto vera giustizia, nessuno ha mai chiamato i morti ammazzati attori o comparse stipendiate. Oggi anche a loro toccherebbe il doppio vilipendio, materiale e morale, subito dai morti di Bucha. Nel 2022 i massacri possono essere documentati e dimostrati grazie ai satelliti, eppure la parola fake news può mettere in dubbio qualsiasi prova e ridurre ogni testimonianza, anche la più circostanziata, a falso confezionato ad arte. Anzi, i più convinti a gridare alla bufala sono proprio quelli che fino ad oggi hanno usato le fake news come strumento di politica estera, cioè i russi.

Ma non è necessario parteggiare per i carnefici o atteggiarsi a smaliziati esperti di media per sostenere la tesi della contraffazione a oltranza. Per essere negazionisti basta il rifiuto di accettare una realtà inaccettabile, perchè sotto la pelle liscia e curata dell'Europa moderna, civile e tecnologica, pulsa ancora l'antica barbarie che ci ha portato per secoli ad ammazzarci l'uno con l'altro.