Fizzz

08.11.2022

Le mille bolle blu di Mina non era una canzone, era una profezia. Sessant'anni fa la Tigre di Cremona vedeva già il nostro presente, un turbinio di bolle grandi e piccole che volano, danzano e ci illudono di essere nel mondo senza esserci veramente.

Bolle speculative, bolle informative, bolle sanitarie, ognuno ha la sua bolla o ne ha più di una, da cui si sente protetto e rassicurato: ascolti solo certe opinioni, vedi solo certi amici con le tue stesse opinioni e vai solo in certi posti per chi ha opinioni simili alle tue. Difficile fare a meno delle bolle metaforiche, ma quelle nessuno intende togliercele, almeno per il momento.

Quelle in pericolo sono altre bolle, sempre trasparenti ma più piccole e reali: le bollicine di anidride carbonica che rendono frizzanti acqua minerale e bibite. Grandi aziende di acque minerali sono state costrette a fermare le linee produttive dell'acqua gassata, non solo in Italia ma in tutta Europa, perché produrre anidride carbonica richiede energia sempre più costosa, quindi se ne produce di meno e si destina a settori essenziali come la sanità o l'industria alimentare.

Ma l'acqua frizzante è sempre stata divisiva: c'è chi la ama e chi la trova poco salubre e fastidiosa. Io sono fra quelli che considerano un bel bicchiere di acqua "addizionata con acido carbonico" (non l'effervescente naturale, che sembra sgasata) uno dei massimi e più economici piaceri della vita. Forse perché quando ero piccolo mi dicevano che faceva male, gonfiava lo stomaco, corrodeva le budella e non dissetava. I grandi volevano convincermi che l'unica bevanda innocua in grado di togliere la sete era l'acqua di rubinetto non troppo fredda. Qualunque cosa uscisse da una bottiglia che faceva "fizzz" era un elisir del diavolo, e per noi bambini era considerato più sano il vino rosso opportunamente annacquato che l'aranciata, la gazzosa o, dio ce ne scampi, la Coca-Cola.

E così dovevo accontentarmi di sognare guardando i caroselli della cedrata Tassoni (sempre Mina e sempre bolle), dell'aranciata San Pellegrino con una ballerina scatenata con un'arancia in mano, e quelli mitici della Coca-Cola con gli hippy che cantavano in armonia. Mi piacevano anche i caroselli dell'Idrolitina perché erano divertenti (ricordo ancora la strofetta «diceva l'oste al vino: tu mi diventi vecchio, ecc.): in realtà quella polverina bianca rendeva l'acqua salata e schiumosa, vuoi mettere con le bollicine vere?

Ma se continuerà il caro-anidride carbonica, per gli amanti delle bollicine l'Idrolitina e simili diventeranno il nuovo metadone, perché le bevande gasate spariranno dai supermercati o raggiungeranno prezzi da Moet-Chandon. A meno che non troviamo una soluzione risparmiosa ed ecosostenibile. Io un'idea ce l'avrei: a ben vedere, della CO2 che tracanniamo con le bibite, una buona parte ci risale lungo l'esofago e viene dispersa con eruttazioni più o meno fragorose a seconda del nostro grado di buona educazione. Ecco, bisognerebbe inventare un sistema per raccogliere tutta quell'anidride carbonica e restituirla all'industria, che potrebbe riciclarla per rendere effervescenti le bevande. Sarebbe un perfetto esempio di economia circolare.