Il grande bluff della vita moderna

03.02.2025

Ah, le diete! Quelle meravigliose promesse di rinascita che, diciamocelo, suonano un po' come la letterina di Babbo Natale: "Caro corpo, quest'anno prometto di essere bravo e mangiare solo insalatine tristi. In cambio, vorrei una pancia piatta, addominali scolpiti e la pelle di un cherubino. Grazie mille, tuo per sempre". Eppure le diete sono il perfetto specchio della nostra società: tutto deve essere veloce, immediato e possibilmente con zero sforzo. "Perdi 10 chili in 10 giorni" e noi, con la speranza di chi compra un biglietto della lotteria, ci caschiamo ogni volta. C'è la dieta proteica: addio pasta, pane e felicità, benvenuti petti di pollo e albumi d'uovo. Poi c'è la dieta detox, il cui principio base è convincerti che il tuo corpo sia così tossico da sembrare una centrale a carbone. Ma non dimentichiamo la dieta chetogenica, che promette miracoli ma ti costringe a dire addio alla pizza.

La verità è che ogni dieta ha una fase iniziale di entusiasmo sfrenato: il primo giorno sei carico, organizzi tutto, fai foto al piatto di verdure manco fosse un'opera d'arte moderna; il secondo giorno inizi a sentirti un po' stanco; il terzo giorno sei sul divano con la faccia affondata in una vaschetta di gelato, mentre la TV ti chiede se stai ancora guardando. Ma il bello delle diete non è tanto il sacrificio, quanto la scusa per comprare gadget inutili: bilance che pesano fino all'ultimo grammo di zucchina, shaker futuristici per frullati e app che ti ricordano che sei a un passo dal mollare. 

E poi ci sono i guru del fitness su Instagram, con addominali così perfetti che sembrano disegnati con Photoshop, che ti urlano: "Se vuoi, puoi!". Certo, caro guru, voglio anch'io il tuo fisico, ma purtroppo sono più bravo a piegare le fette di salame che a piegare me stesso in una sessione di palestra. Alla fine, la vera dieta di successo è quella che non inizi mai. Perché in fondo che mondo sarebbe senza cioccolato, pizza e un buon bicchiere di vino? Probabilmente più sano, sì, ma anche infinitamente più triste.