Lasciatemi cantare, sono un italiano

18.09.2020

Le panchine colonizzate da un gruppo di adolescenti con le fidanzatine sulle ginocchia e la musica alta dei loro smartphone. Mentre le ragazzine si mettono il rimmel, i maschi giocano a intonare una vecchia canzone di Toto Cutugno "lasciatemi cantare, sono un italiano" in versione sboccata. Li ho spiati per un po'. Mi hanno fatto tenerezza, preda di quella noia metafisica che un tempo formava le coscienze, ispirava i desideri e forse oggi è solo vuoto di un futuro sempre più difficile, sempre più social, sempre più solo.

Poi muore Willy, troppo gracile per resistere ai colpi di chi si allena nel culto ossessivo di un corpo muscoloso che dia l'illusione del potere, il senso di essere i migliori, il gusto di incutere paura ed essere rispettati per questo. E Willy diventa la vittima paradigmatica di quel degrado che, oltre alla giustizia dei tribunali, chiede una seria riflessione sociale. Siamo davvero diventati questo?

La mascolinità violenta e la femminilità svilita, i muscoli, i tatuaggi, il lusso, il branco, il tutto corredato da quanti più like possibili, hanno soppiantato la bellezza, la poesia, la cultura, l'arte. Poco lontano osservo una mamma vicina al figlioletto che dorme, e mi chiedo: cosa starà sognando quel bimbo? Cosa si possono permettere di sognare i figli della nostra società? I social possono veicolare l'odio oppure la speranza che la bellezza, l'arte, la cultura ci salvino ancora, come hanno salvato i sogni di tutti i popoli del mondo.

Martin Luther King disse che l'uomo inizia a morire quando comincia a tacere sulle cose che contano. E aveva ragione. Per questo, per quanto se ne sia già parlato, è giusto cercare di dire ancora qualcosa e soprattutto provare a comprendere quello che sta succedendo, partendo da quanto è già successo.

La perdita di Willy è una tragedia immensa per questo Paese, oltre a essere un dolore infinito per la sua famiglia e per chi gli ha voluto bene. Il fatto che a determinarla siano stati altri giovani, aggiunge ulteriore tristezza al grande sconforto che non possiamo non provare. Molti dei commenti che intorno alla vicenda si sono letti e si continuano a leggere, danno la misura dello sgretolamento di ampie fasce della nostra società, per questo è necessario e urgente iniziare a confrontarsi prima che sia troppo tardi, prima di piangere altre vite per assurdi soprusi e violenze.

C'entra la logica del branco, un certo mito del maschio dominante, una persistente cultura fascista e c'entra il razzismo; c'entrano tutte queste cose. E se queste cose sono sempre latenti nel tessuto sociale, si manifestano ed esplodono in particolari contesti. Non possiedo bacchette magiche e facili soluzioni, soprattutto non ne immagino di facilmente attuabili in un domani prossimo, ma temo quello che può succedere se le condizioni di quei contesti si dovessero presentare con maggiore forza e frequenza, cosa che potrebbe verificarsi a breve, qualora la difficile situazione economica stenti a risollevarsi e le sue ricadute su determinati strati sociali possano inasprire i sentimenti di odio e far cedere alla seduzione di individuare un nemico per scaricargli addosso la rabbia per tutte le difficoltà patite.

E soprattutto mi preoccupano alcuni pericolosi stregoni che continuano a scommettere i loro destini politici su questa eventualità, aizzando e tenendo sempre vivo quel furore irrazionale, incuranti delle conseguenze di questo agire, devoti esclusivamente al tornaconto elettorale e spietatamente efficienti in questo lavoro di semina e coltivazione d'un veleno letale per tutti.