Leoni da tastiera

01.09.2020

Leggo molti post di persone che rivendicano che in Italia ci sono meno morti per Covid e più morti per altre cause. Sono quelli che vengono chiamati amabilmente "leoni da tastiera", gente comune che non vede l'ora di sfoggiare la propria ignoranza e sta inondando i propri profili social con confronti del tipo "4 morti per Covid e 638 morti per malattie cardiocircolatorie, 483 per tumore, nonché incidenti stradali o cadute dalle scale" con l'intento di ridimensionare gli effetti devastanti della pandemia.

Non si diceva lo stesso prima che la pandemia scoppiasse in Italia e poi la pandemia è davvero scoppiata e ci siamo rimangiati tutto divorando anche la lingua? In realtà in Italia si muore maggiormente per la memoria corta che per il virus, ma questa volta si superano tutti i limiti perché i bollettini della protezione civile, ogni sera alle 18, col duo Locatelli-Borrelli che contano i morti e gli allarmismi dei dottori negli ospedali lombardi, risuonano ancora nelle mie orecchie.

La questione non è che altri episodi provocano più o meno morti, il problema è che il Covid è causa di morti e malattie inaspettate che possono crescere esponenzialmente e nessuno, come si è dimostrato, è mai pronto a simili eventi. Abbiamo fatto in fretta a dimenticare le camionette militari che trasportavano bare, il disagio della chiusura forzata, la nostalgia per i genitori, un amico lontano che fa fatica a respirare o anche una moglie o una sorella costretti a partorire in solitudine senza conforto.

Spuntano pian piano anche nuove specie di persone che non pensavo potessero esistere, o almeno non così tante. I negazionisti, infatti, al pari dei terrapiattisti e dei novax, tirano fuori i complotti più arzigogolati pur di dare adito ad orgasmi e masturbazioni mentali, soprattutto quando il cervello ha poco da fare per il resto della giornata. I negazionisti hanno la fobia del filo logico; serve a poco mostrar loro, statistiche alla mano, come la mortalità nei mesi della pandemia sia schizzata con valori fino a dieci volte superiori nelle località più affette, perché il negazionista ne sa sempre più della statistica. Il negazionista ama odiare e si definisce fascista, è devoto alla nuova destra che nel più becero sciacallaggio politico dà la colpa del Covid al migrante, mentre i propri amministratori (vedi la Lombardia) sono stati artefici della peggior gestione della pandemia. Il negazionista non è in grado di comprendere la contraddizione ma si abbandona a credenze medievali e alle più scurrili blasfemie.

Chi l'anno scorso disonorava l'inno di Mameli facendolo suonare tra le discoteche della riviera romagnola a colpi di mojito e perizoma (almeno questa volta non si è pulito il culo col tricolore) inscena oggi il ruolo del padre di famiglia, mettendo alla mercé degli spietati social addirittura i propri figli. Matteo Salvini, comunemente conosciuto come "cazzaro verde", arringa bifolchi trogloditi e negazionisti inducendoli ad uscire di casa, gettare le mascherine (dopo aver accusato il governo della carenza delle stesse) e ignorare il fenomeno che fino a pochi mesi fa ci ha tenuti col fiato sospeso. È lui stesso ad organizzare assembramenti che non faranno altro che abbassare la guardia e spargere il virus dal quale ce la siamo appena scampata.

E mentre il resto dell'Europa pian piano inizia a restringere le regole, in Italia raggiungiamo i 1500 contagi giornalieri. Se malauguratamente dovessimo avere un ritorno del virus, negazionisti, ignoranti, fascisti e sciacalli della politica saranno i maggiori responsabili. Il Presidente della Repubblica deve prendere atto che una parte di senatori e deputati del parlamento stanno propagandando il non rispetto della legge, calpestandola in prima persona. Questa gente deve essere allontanata perché ormai non è più questione di colore politico ma di salvaguardia della salute degli italiani.