Loro

15.11.2021

Sabato scorso ero di passaggio nel capoluogo marchigiano e, per caso, mi sono trovato in una zona in cui si erano raccolti i manifestanti "per la libertà" sfrattati dai luoghi dello shopping. Volevo far finta di niente e andarmene, ma poi ho pensato che quella era l'occasione giusta per ascoltare dal vivo le loro proteste.

Ci vuole un bel coraggio a pretendere la sospensione delle misure che, almeno per ora, ci stanno risparmiando una quarta ondata violenta come quella che sta spaventando Germania, Francia e Olanda. Non mi sorprende solo il rifiuto per ogni tipo di vaccino e perfino della mascherina vista come emblema di sottomissione e schiavitù, ma anche la voluttà nell'ammantarsi dell'aura di perseguitati e discriminati, tanto da paragonarsi agli internati nei lager nazisti.

Ma chi sono per loro gli aguzzini? Un insieme di oscure entità identificate nel pronome «loro». «Vogliono chiuderci la bocca, vogliono toglierci la libertà», tuonava indisturbato un oratore davanti a un centinaio di persone che evidentemente sanno chi sono «loro»: i poteri forti, le banche, Big Pharma, Bilderberg, i rettiliani, eccetera.

Temo proprio che ormai non ci sia più niente da fare: se queste persone ancora non si sono convinte che i vaccini, ancorché non privi al cento per cento di rischi (come qualunque farmaco), e il green pass, ancorché fastidioso da portarsi sempre appresso (ma non più della patente di guida), sono il male minore rispetto a un nuovo lockdown e a nuovi morti, non si convinceranno più.

Non mi è stato facile ascoltarli, anche se un po' mi ha aiutato la recente visione del documentario La Terra è piatta su Netflix, che parla dei militanti terrapiattisti americani. Sbeffeggiati dai media, ripudiati dagli amici e a volte perfino dai familiari, gli oppositori del sistema eliocentrico continuano a credere fermamente di vivere su un immenso disco immobile circondato da un muro di ghiaccio e coperto da una cupola dove il sole e la luna vanno avanti e indietro come i pupazzetti di un orologio meccanico.

I terrapiattisti ritengono che la rotazione della Terra intorno al Sole sia una colossale fake-news confezionata dai poteri forti, tanto forti da poter stipendiare Copernico, Galileo, Newton, la Nasa e tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado di tutto il mondo, e il fatto che la bufala circoli da mezzo millennio è solo la prova che dietro c'è qualcosa di veramente ma veramente grosso, così grosso che i mostri più gettonati dai complottisti - Soros, Rotschild, Rockefeller e perfino il Vaticano (il processo a Galileo era tutta una finta) - sono solo paraventi.

Ma la parte più interessante del documentario è quella che mostra come il terrapiattismo dia senso alla vita di tutta questa gente (spesso single di mezza età che vivono ancora con i genitori), che riesce così a sentirsi parte di una comunità, consolidata proprio dalla diffidenza e dall'irrisione della maggioranza.

Sentirsi emarginati, non capiti, perfino bullizzati dal «pensiero unico» e da una scienza che per loro è solo una serie di diktat autoritari, è un piccolo prezzo da pagare in cambio della possibilità di essere accolti in un gruppo che dà loro identità e protezione, e addirittura li fa arrivare sulle prime pagine dei giornali e nei titoli dei tiggì.

In fondo per toccare con mano la non veridicità delle loro tesi basterebbe aprire un libro e leggere qualche dato, ma cosa ci guadagnerebbero? Si disperderebbero di nuovo nella maggioranza silenziosa e avrebbero una vita molto meno eccitante. Credo che per i no-vax e  i no-green pass valga lo stesso concetto, con l'unica differenza che i terrapiattisti non ti mandano in terapia intensiva e magari ti aiutano anche a capire la Divina Commedia.