Quello era Woodstock

14.06.2022

In ogni secolo ci sono periodi che s'incaricano di ricordare al mondo che il Male esiste. Dal periodo post Rivoluzione francese ad oggi, gli "anni Venti" sono stati una iattura per i due secoli successivi.

Negli anni Venti dell'Ottocento sono iniziati quei moti carbonari che si sono protratti fino a risultati catastrofici sotto il profilo politico e crudeli sotto quello delle vittime sacrificate sull'altare di una rivoluzione impossibile, cioè organizzata (si fa per dire) con quattro ferri vecchi in linea con gli echi dello Sturm und Drang della cosiddetta "Età di Goethe": non a caso, fra gli arrestati, il romantico Silvio Pellico rinchiuso allo Spielberg.

Un secolo dopo, altri anni Venti ci hanno consegnato altre sciagure, cioè i presupposti per una nuova tragedia mondiale, la peggiore della storia degli uomini, tanto da far dire che dopo Auschwitz scrivere una poesia sarebbe stato "un atto barbarico", perché nei campi di sterminio, oltre alla pietà, era morta pure la poesia. E dire che gli anni che avevano preceduto la Prima guerra mondiale erano stati segnati da un tempo formidabile, coerente con quella Belle Époque che aveva grattato il cielo con la Tour Eiffel. Un coito di bellezza interrotto dai colpi di pistola di Gavrilo Princip, membro di una sbrindellata formazione nazionalistica di cui faceva parte pure lo scriteriato Ivo Andrić, futuro premio Nobel per la letteratura.

Proprio nel 1920 Adolf Hitler fondò il Partito nazionalista tedesco dei lavoratori e tre anni dopo tenta quello che passerà alla storia come il Putsch di Monaco: più che un golpe, un golpetto talmente risibile da travalicare le Alpi.

Pochi mesi dopo, il ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile mostrò a Mussolini il titolo di un quotidiano, in cui era scritto: "Il colpo di Stato bavarese è miseramente fallito", e chiese al duce: «Hai letto di questo Hitler?»; e lui rispose: «Sì, ho saputo di quell'idiota tedesco». E' inutile ricordare quanto male quell' "idiota tedesco" e quel suo futuro sodale italiano hanno poi provocato nei rispettivi Paesi e nel mondo intero.

E così siamo arrivati agli anni Venti del nuovo millennio, ai giorni nostri, all'aggressione della Russia all'Ucraina, dove per certi versi gli appetiti geopolitici del suddetto "idiota tedesco" riverberano quelli del suo imitatore russo, quell'ex "passacarte del Kgb" reincarnatosi motu proprio non in Lenin ma - ohibò! - in Pietro il Grande, un particolare (non irrilevante) che sfugge a molte anime belle, comprese quelle che "sinistramente" blaterano di pace, amore e musica. Ma quello era Woodstock.