Un mondo di indignati

10.05.2022

Hanno scritto un cartello e lo hanno appeso alla vetrina del Burger King di un centro commerciale di Terni. Cercavano personale. Evviva. E sul cartello hanno dato qualche informazione: "Se sei interessato ad entrare a far parte del nostro staff lascia il tuo curriculum all'interno del locale. Al momento diamo precedenza al personale maschile". Uno, due, tre e sono partite le polemiche. Addirittura c'è stato un tweet di un illuminato passante che invocava l'intervento del ministro Bonetti (!).

Il cinguettio è subito diventato virale e a catena tutti sono insorti. Fatto sta che gli autori di quel cartello - come ormai quasi sempre accade - sono stati risucchiati dalla cloaca del web. Insultati oltre ogni limite e addirittura minacciati di morte per quell'annuncio, c'è stato qualcuno che ha anche proposto di presentarsi davanti al punto vendita per protestare. Sempre con i toni civili della cloaca, ovviamente.

Ma cosa avrà spinto quel negozio a specificare che si preferiscono gli uomini? «Nessun intento discriminatorio» ha spiegato una delle manager (sì, avete capito bene, delle manager, perché quell'annuncio l'hanno fatto delle donne, che sono l'80% del personale di quel punto vendita) del fast food, che ha aggiunto due cose interessanti: «Qui da noi lavorano tredici donne (tra le quali quattro dirigenti) e tre uomini». Alla faccia dell'azienda maschilista! E poi ha spiegato: «Le figure che ci servono, quelle che ci hanno spinto a scrivere l'annuncio, sono per addetti allo scarico della merce. Ecco perché, in buona fede, abbiamo parlato di maschi: il lavoro è pesante e la differenza fisica tra uomo e donna c'è, inutile fare gli ipocriti. Ovviamente i curriculum proposti da candidate donne non verranno cestinati, ma tenuti in considerazione per altre eventuali figure in futuro».

Mi sembra che il discorso non faccia una piega, eppure la polemica continua, perché ormai il nostro è un mondo di indignati a prescindere, in cui bastano due parole chiave per far alzare un polverone, sempre sugli stessi temi, con il sessismo in prima fila. Il cartello, l'annuncio di lavoro, la circolare interna... Di questo passo servirà ogni volta specificare l'ovvio: che un datore di lavoro, in quanto tale, ha le sue esigenze e se cerca personale è giusto che cerchi chi gli pare, anche solo uomini se la figura ricercata è per lo scarico della merce e ritiene che sia un lavoro in cui ci vuole forza fisica.

Ma in un mondo di indignati servirà giustificarsi per tutto, tranne quando lo scenario si ribalta, infatti non mi sono mai chiesto per quale motivo "Cercasi commessa" o "Cercasi baby-sitter" non ha mai indignato nessuno.