Uteri estroversi

14.02.2020

Sono stato qualche giorno a casa con tosse e raffreddore, e durante le colazioni mattutine mi è accaduto ogni tanto di assistere al programma Alta Infedeltà, un prodotto nostrano spacciato per video verità con situazioni interpretate da attori ma corroborato da testimonianze dirette dei presunti interessati, quindi, come suol dirsi, è tutto vero ma qualora fosse tutto falso, non cambierebbe minimamente la sostanza del messaggio. E' solo viagra che impenna l'audience, uno spaccato tutto italiano con disinvolte cornificazioni creative che paiono partorite da una mente deviata. Non ci sono solo amanti uncinati nel wood del quotidiano vivere, non di rado trattasi di tradimenti perpetrati con cognati, suoceri, vicini di casa, amici intimi, la migliore amica di lei o il migliore amico di lui, in un vortice di pruriginoso adulterio. In ogni episodio, a prescindere dal fedifrago o dalla fedifraga, l'immagine della donna viene sistematicamente compromessa, ridicolizzata, sminuita a fragile vittima dei sensi o del tasso di umidità. Storie che sfatano molti luoghi comuni e allineano le femmine agli stereotipati vezzi maschili. Tragicomiche le vendette poste in essere dai traditi o dalle tradite.

Niente di nuovo, che il mondo fosse popolato anche da "uteri estroversi" pronti a giocarsi lavoro, famiglia e consolidate amicizie perché incapaci di resistere alla carnale tentazione di una chimica ingestibile e travolgente, lo sapevamo da illo tempore, peculiarità erroneamente attribuita da sempre solo ed esclusivamente agli uomini. Chi non vorrebbe passare una notte di luna piena, schizzatina di romanticismo retrò, nel resort della passione tra le braccia di un ipnotico e tenebroso cavaliere errante o tra le cosce di un'ammaliante femmina avvenente e perversa? Una volta sgamati ci si può sempre aggrappare ai tic retorici: non è come pensi, non so cosa mi sia successo, mi domando ancora adesso cosa mi abbia spinto a cedere, in quel momento non ragionavo, si vive una volta sola e la vita è breve, sapevo di sbagliare ma non ho resistito... e avanti così annaspando nel trogolo delle "minchità". Strano nessuna abbia tirato in ballo lo "spleen Baudelairiano" o si sia messa a farfugliare carnevalesche elucubrazioni sui "rapporti fatti di istanze". Non sarebbe molto più figo e dignitoso uno spudorato "mi faceva sangue e ci ho scopato?".

Nelle combinazioni canoniche (lei/lui/l'altra/lui/lei/l'altro) vi è, immancabile, una figura femminile negativa, se non è zoccola la moglie lo è l'amante, il più delle volte amica/parente/collega/coinquilina della cornificata. Comunque si rivolti, in questo contesto sono sempre le "quote rosa" a rimetterci le piume dell'onorata coda; per contro, il giudizio femminile sugli uomini, che tradiscano o siano traditi, non muta di una virgola da secoli: o è puttaniere o se le meritava (le corna), una metonimia che fa sorridere ma tant'è.

E' tempo di fuggire dall'ipocrita guisa, non fa più snob né trendy indossare il cappotto in agosto e il bikini a gennaio, se gli uomini sbarellano davanti a uno stacco di coscia o uno spicchio di mammella, le donne fanno lo stesso al cospetto del figaccione di turno. Perché non cassare il concetto eliminando così il mendace dislivello sul baratro delle pulsioni? Non è che, tutto sommato, a molte faccia ancora comodo predicare bene e razzolare male, magari nascondendosi dietro quell'obsoleto perbenismo vittoriano di facciata prontamente rinnegato alla bisogna? Lo chiamano "salto della quaglia", prendiamone atto, il poetico "al cuor non si comanda" si è trasformato in un prosaico "quando gli ormoni chiamano è lecito rispondere".