Venditori porta a porta

16.09.2022

Ci separano ormai pochi giorni dal voto e la campagna elettorale non accenna a decollare: è moscia. La sensazione è che ci sia più attenzione ad evitare passi falsi che a comunicare in modo efficace, nonostante un bacino gigantesco a cui poter attingere, visto che circa la metà del Paese dice che non voterà o che ancora non sa per chi votare. Poche le affissioni, che tanto ormai camminiamo per strada con la faccia fissa sul cellulare e poi si corre il rischio che le fotografino e le postino sui social con sotto i cassonetti stracolmi di immondizia, a ribadire la distanza tra politica e Paese reale.

Pochi i dibattiti televisivi e poco seguiti, che tanto dicono sempre le stesse cose ed è meglio un film. Molti più i messaggi social, anche se possono rappresentare un boomerang non indifferente se non si sanno utilizzare a dovere, come dimostra la questione delle "devianze" in cui sono inciampati sia Giorgia Meloni che Enrico Letta.

Un po' di Sociologia l'ho studiata e la mia sensazione è che in questo particolare momento storico, in cui quello che spaventa di più è l'incertezza da cui siamo avvolti, siano vincenti le comunicazioni che puntano sulla coerenza tra identità, messaggio e linguaggio. Una coerenza molto più semplice da ottenere quando la linea politica è chiara, definita e si differenzia in modo sostanziale da quella degli altri partiti. Lo hanno capito Conte & Co. che, dopo essersi ridotti a un terzo dei consensi, sono corsi ai ripari virando da partitone antisistema populista buono per tutte le stagioni a partito di sinistra, complice anche la fuoriuscita dell'ingombrante Di Maio.

Dando uno sguardo ai dati degli ultimi sondaggi, appare evidente che Fratelli D'Italia e Movimento 5 Stelle sono i due partiti che stanno ottenendo più risultati dalla comunicazione di questa campagna, grazie alla capacità di intercettare e rassicurare il proprio potenziale elettorato. In particolare, è stata brava Giorgia Meloni a differenziare con toni più pacati la sua comunicazione personale, riuscendo così ad allargare la base di consenso e a differenziarsi dal linguaggio tradizionalmente più aggressivo di Fratelli d'Italia.

Più complessa invece la situazione del Pd, con una campagna elettorale partita ma non decollata, con una comunicazione semplice che però poco si addice sia al sentire della sua base sia alla complessità della sua stessa proposta politica, animata da troppe istanze contrapposte. La formula dello "Scegli" col faccione di Enrico Letta sembra fatta più per prestarsi ai colpi degli avversari che a comunicare davvero il messaggio al potenziale elettore.

Male anche la Lega, che fa uso e abuso di slogan ad effetto cavalcando sempre gli stessi cavalli di battaglia (immigrazione e sicurezza) che però sembrano interessare meno al suo elettorato rispetto al caro bollette. Più coerente la comunicazione di Azione, tutta incentrata sui concetti di affidabilità, sicurezza e concretezza e di conseguenza un po' troppo grigia per infiammare gli animi. Diciamo che è buona per un elettore di mezza età indeciso e che non vuole rischiare ma decisamente poco appassionante per spostare voti.

Ben fatta e molto empatica la comunicazione di Sinistra Italiana, che ha una discreta presa sull'elettorato più giovane ma che viene percepita poco coerente a causa dell'alleanza col Pd, che su molti temi fondamentali ha idee e proposte diametralmente opposte al partito di Fratoianni.

Infine, un tuffo negli anni Novanta per la campagna di Forza Italia, pensata per un pubblico anziano e tutta incentrata sulla figura dell'inossidabile Silvio Berlusconi. Un perfetto esempio di coerenza fuori dal tempo e dallo spazio, sospesa in un metaverso in cui tutto è possibile, con la stessa efficacia persuasiva di un venditore porta a porta che deve portare a casa lo stipendio.