Vorrei svegliarmi...

13.06.2020

Una mattina vorrei svegliarmi salviniano. Neanche leghista, che pure sarebbe un'esperienza ai limiti del metafisico. Salviniano proprio. Con la maglietta del Capitano addosso e il manuale del Cazzaro sul comodino. Vorrei provare l'ebbrezza di condividere un suo post e sentirmi una persona vagamente sagace.

Vorrei convincermi che il problema insormontabile del Paese siano i barconi al largo di Lampedusa, in modo che gli altri problemi possano apparire tutto sommato trascurabili. Mi piacerebbe incazzarmi con la pancia e non con la testa. Vorrei citofonare a chi mi pare ed esaltarmi ad ogni parola del mio leader, il poeta incompreso, il Robin Williams che saliva coi piedi sui banchi e strappava le pagine dai manuali. Meglio ancora se sotto i piedi c'è la faccia di Giuseppe Conte e tra le pagine di quei manuali un paio di dossier che sarebbe meglio lasciare ad impolverare.

Un'altra mattina vorrei svegliarmi Cinquestelle. Specie di questi tempi di astinenza da stadi. Ma vorrei svegliarmi tra quelli che stanno in curva, non tra quelli che comprano il posto in tribuna. Vorrei gridare il mio amore con la foga, con gli applausi, con il maiuscolo degli striscioni e la bava alla bocca di certi cori. Mi piacerebbe urlare che ci son troppe cose che non vanno, anche se sto io al governo e spetta a me lavorare per cambiarle.

Mi piacerebbe guardarmi allo specchio con la convinzione che la mia faccia è più pulita, irreprensibile, educata, onesta e fascinosa che si sia mai vista nei palazzi del potere. E se qualcuno dovesse avere il coraggio di asserire il contrario, via con gli insulti da curva sud, i caratteri cubitali, gli hashtag con la lista di tutti gli errori commessi, sì, ma rigorosamente dagli altri.

E poi vorrei svegliarmi meloniano. Sentirmi un padre di famiglia, un cristiano, un italiano e tutte quelle cose lì. Ma sentirmici come ci si sente lei, con slancio energico e impeto poderoso. Mi piacerebbe prendermi meriti inesistenti, lasciare agli altri il lavoro sporco e sigillare in un contenitore ermetico l'onestà intellettuale, tanto per essere sicuro che non si ribelli. E poi mi piacerebbe svegliarmi meloniano per poter denunciare la deriva autoritaria del governo Conte. Finisce sempre che tre o quattro gonzi ci credono sul serio.

Una mattina vorrei svegliarmi anche dem, con lo sguardo afflitto, i capelli scompigliati e la puzza sotto il naso. Sarebbe bello avere le spalle sempre coperte, la certezza assoluta che qualsiasi bazzecola io dica ci sia sempre il Salvini di turno a spararla più grossa. Vorrei convincermi di avercelo più lungo di tutti. Pure di Conte, che adesso va bene, per carità, ma poi chissà...

Una mattina vorrei svegliarmi pure con la tessera di Forza Italia nel portafogli. Solo per travestire da garantismo quell'irrefrenabile voglia di arraffare e scamparla sempre. O quasi.

E come faccio a perdermi il gusto di svegliarmi seguace di Calenda? A proposito, come si chiamano i suoi adepti? Calendari? Esistono gli adepti di Carlo Calenda? E parlare come fossi un vero leader con una forza tangibile alle spalle...

E poi, dulcis in fundo, vorrei svegliarmi anche renziano, pur rendendomi conto che questo sia possibile nella stessa misura di avere un Travaglio berlusconiano o un Feltri astemio. Ma sai che sballo giocare a nascondino con la coerenza!

Non è solo una macabra perversione la mia, è la curiosità di provare qualcosa di forte, almeno una volta. Svegliarmi con le idee meno confuse, abbandonare questo pessimismo immotivato e arrivare a comprendere, finalmente, le benedette logiche della politica.