
Scritture scriteriate
Trasparenze e materialità cromatiche nell'arte di Paolo Sistilli
«Negli anni ho sviluppato una tecnica speciale in cui utilizzo olio, cera e diversi tipi di resina. In questo modo posso dare a quasi tutti i colori una certa trasparenza»
Paolo Sistilli
È certamente vero, spesso, che nessuno è profeta in patria, ma nel caso di Paolo Sistilli si può dire che se non di un artista profeta si può almeno dire pittore riconosciuto anche nel proprio paese. Ritengo non casuale che uno dei riconoscimenti ottenuti dall'artista sangiorgese, che vive da 50 anni in Olanda, sia stata una mostra del 2019 al centro Licini di Monte Vidon Corrado, che da quando è stato aperto ha ospitato mostre di arte contemporanea caratterizzate dall'innovazione stilistica e dalla sperimentazione tecnica. Fra le molte quella recente di Raffaele Iommi. Con la sua attività espositiva la direttrice del Centro, la professoressa Daniela Simoni, ha sempre seguito almeno due criteri: l'uno legato alla storia dell'arte, con la valorizzazione di personaggi come Elio Quintili; l'altro attento a nuovi artisti che incarnino questa volontà di innovare linguaggi, tecniche, contenuti. Di fatto, due criteri coerenti con l'eponimo del centro di Monte Vidon Corrado.
La mostra del 2019 aveva per titolo "KROMATICA". Nelle opere esposte, come scrive la Simoni nel catalogo, colpisce la «trama di segni, lettere, forme geometriche [che] costituisce il personalissimo codice visivo e semantico di Paolo Sistilli». E l'altro curatore, il professor Nunzio Giustozzi, parla di "quadrati magici" in cui il colore si fa sostanza con "apparenza di ectoplasma". In effetti le opere esposte esprimono un fantastico e simbolico senso della realtà che si muove tra materialità e trasparenza. I colori si impongono netti in figurazioni geometriche che emergono da fondi apparentemente appena abbozzati, ma in realtà frutto di una lavorazione in cui essi si mescolano e fondono secondo la tecnica dall'artista. Il risultato è che figure, geometrie, elementi più plastici si compongono organicamente con un equilibrio straordinario in cui non tanto le simbologie più esplicite inducono a ricercarne il significato attraverso le trasparenze, quanto l'effetto complessivo che impatta in modo puramente visivo. I colori in tal modo danno una sensazione che può essere immediatamente percepita come gioia o suo livido contrario.
A mio avviso ci troviamo dinanzi a un artista che ricerca il dato essenziale e che colpisce senza bisogno di didascalismi. Il suo discorso sui simboli e su eventuali filosofie a cui essi rimandino può rimanere sullo sfondo come dato personale dell'artista di cui l'osservatore non ha bisogno, dal momento che può godere dell'opera complessiva. Qui probabilmente si gioca un modo tutto suo di intendere la comunicazione di cui l'arte non è mero strumento ma essenza.
Paolo Sistilli è nato nel 1950 a Porto San Giorgio, sulla costa marchigiana. Dopo essersi diplomato ha proseguito i suoi studi in Olanda alla Scuola Superiore dell'Arte di Utrecht, specializzandosi in scienze monumentali. Vive e lavora in Olanda da circa 50 anni, apprezzato artista che ha opere in collezioni pubbliche e private in diversi paesi europei.