Una stanca recita a soggetto

24.04.2024

Vittorie e sconfitte che non riescono neppure a far notizia, a parte il compitino che televisioni, giornali, social e radio sono chiamati a svolgere. Dopo il colpo di teatro in Sardegna, in Abruzzo e Basilicata – al netto di una bassa affluenza – per le opposizioni è stata una Waterloo. Più che sconfitte, rovesci, anche perché arrivate in tutte le formazioni, alleanze trasversali e combinazioni possibili.

È inutile girarci intorno: oggi le opposizioni non esistono, se non in una stanca recita a soggetto tesa a mangiarsi a vicenda un po' di voti per potersi presentare come il meno sconfitto fra gli sconfitti. Una condizione disarmante e sconfortante per chiunque abbia a cuore non gli interessi di una parte politica ma del funzionamento di un sistema democratico evoluto.

Non riesco a individuare il formarsi di una reale alternativa alla maggioranza, apparsa fino ad oggi intoccabile; almeno dall'esterno, perché quanto a tensioni e litigiosità interne ce n'è per tutti i gusti e ne vedremo delle belle da qui ai prossimi mesi. Però, sin dai tempi di Berlusconi, a destra si mandano a quel paese ma alle elezioni si presentano sempre uniti e con un progetto almeno apparentemente coerente.

Bisogna costruire un'alternativa che non sia solo un'accozzaglia di parole d'ordine vecchie di ottant'anni o di un radicalismo fine a sé stesso. Cosa vogliono diventare i Cinque Stelle, sospesi fra un sinistrismo radicale e il sogno del capo Giuseppe Conte di riproporsi come candidato presidente del Consiglio non si sa di quale alleanza? Quanto al Partito democratico, canta vittoria perché galleggia intorno al 20% nei sondaggi e sembra poter staccare lo stesso Conte. Al contempo, sfoggia una leader che ammette candidamente quanto sia divisivo il proprio nome. Ci può piacere o meno l'idea dei nomi nei simboli dei partiti, ma non avevo mai assistito alla scenetta di un segretario che si presenta alle elezioni senza farsi notare troppo altrimenti i suoi si arrabbiano.

Lo schema sembra porre il centrodestra in una condizione paradossale: così tranquillo da essere fatalmente attratto da un po' di sano autolesionismo. Aggiungete che alle europee si voterà con il proporzionale secco e tutti potranno dire di aver vinto perseguendo i propri, parzialissimi obiettivi. Capirete perché non riesco a vedere la costruzione di una vera democrazia dell'alternanza nel prossimo futuro.

La maggioranza litiga e litigherà ancora, ma almeno ha una leader indiscutibile e un paio di punti fermi consolidati da proporre agli elettori, mentre le opposizioni sono dominate da leader di corto respiro e visione ancora più ristretta. Una democrazia senza proposte alternative valide è una democrazia che si ripiega su sé stessa e questo mi sembra molto più preoccupante delle sceneggiate della Rai e di tutti gli allarmi lanciati per nascondere la propria insipienza.