
Scritture scriteriate
a cura di Francesco Maria Moriconi

Francesco Maria Moriconi è nato e vive nelle Marche. Dopo la laurea in Lettere a Firenze, ha per lo più lavorato presso biblioteche pubbliche. Si è poi laureato in Filosofia a Urbino e diplomato in Scienze Religiose a Fermo. Suoi contributi sono stati pubblicati dalla rivista "Firmana" dell'Istituto Teologico Marchigiano. L'Istituto di Storia del Movimento di Liberazione di Fermo ne ha pubblicato il volume "La civiltà cattolica e il Sessantotto universitario". Ha collaborato alla rivista "Cimbas" che si occupava delle fonti per la storia della civiltà marinara.
Il sottile astuto Bertoldo

La famosa opera di Giulio Cesare Croce, emiliano di nascita e di morte, vissuto nella seconda metà del '500, è conosciuta come "Bertoldo Bertoldino e Cacasenno". In vero, solo "Le sottilissime astutie di Bertoldo" e "Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino" furono scritti dal fabbro-letterato. Il Cacasenno venne aggiunto successivamente dal monaco poeta e compositore Tommaso Banchieri. Il primo incontro col personaggio probabilmente molti l'hanno avuto sui banchi delle scuole elementari, leggendo il racconto della condanna a morte del furbo Bertoldo, che scampa alla morte con uno stratagemma sapidissimo, ottenendo di essere impiccato a una pianta di … fragole. Molti, sicuramente, ne conoscono le gesta raccontate in diversi film. Nel 1936, quello diretto da Giorgio Simonelli; nel 1954, la versione di Mario Amendola e Ruggero Maccari; nel 1984, la più nota versione di Mario Monicelli con un grande Ugo Tognazzi coadiuvato da Annabella Schiavone, Alberto Sordi, Lello Arena e Maurizio Nichetti.
Lo si può leggere in diverse edizioni fra le quali, filologicamente eccellente, quella edita da Mursia. Una edizione del 1800 è emblematica per il titolo: "Astuzie sottilissime di Bertoldo dove si scorge un villano accorto, e sagace il quale dopo varj, e strani accidenti a lui intervenuti, alla fine pel suo raro, ed acuto ingegno, vien fatto uomo di corte, e regio consigliero. Opera nuova, di buona gusto". Ma ce n'è anche una interessante uscita a Bologna nel 1736: "Bertoldo con Bertoldino e Cacasenno in ottava rima con argomenti, e figure in rame".
Non scarterei le edizioni cosiddette per ragazzi uscite nel secolo scorso, magari non filologicamente eccezionali, ma divertenti per il corredo di immagini: tra gli autori figura anche Oreste Amodio, illustratore di Salgari, Collodi, Malot. Una chicca è l'edizione del 1914 coi di Duilio Cambellotti e le illustrazioni di Enrico Sacchetti.
Sono innumerevoli i passi che è piacevole rileggere, per ironia e e intelligente arguzia del protagonista, ma anche per lo stile linguistico popolare e colto allo stesso tempo. Basti ricordare la scenetta del presentarsi al Re né vestito né nudo. Trovo sempre attuale questi libro, perché ci pone ancora a confronto con il potere. Dalle vicende il potere esce impotente e il cafone filosofo. Mi sembra una bella rivincita che possiamo prenderci anche noi, ridendo con Bertoldo. Magra consolazione, si dirà, ma tant'è.