Carla Fracci ovvero la grazia e l'etica

Quella di Carla Fracci è stata una vita di sacrifici. Le soddisfazioni, i risultati artistici e di pubblico sono arrivati dopo anni d'impegno formativo. La danza è un'arte che richiede impegno costante, duro lavoro alla sbarra, prove, ore di esercizi per migliorarsi sempre di più. È un'arte complessa in cui la tecnica, molto più per esempio che nel corpo libero della ginnastica artistica, si coniuga con la musica e l'interpretazione personale, similmente all'opera e al teatro.

Nel balletto non si tratta solo di eseguire movimenti corretti, passaggi impegnativi, ma è fondamentale che tutti gli elementi siano ben congegnati in un tutto in cui la ballerina opera con un partner, non segue semplicemente uno spartito, ma lo interpreta con la sua sensibilità. Il balletto è appunto arte in cui un brivido può essere suscitato non momentaneamente da un difficile passaggio tecnicamente ben eseguito, ma da un sentimento che è paragonabile alla lettura di una poesia e alla interpretazione di un attore teatrale.

Carla Fracci ha incarnato tutto questo, ecco perché è stata e rimane una icona del balletto. Ma non è stata solo questo. Classe 1936, milanese, il padre si fece la campagna di Russia, la madre operaia alla Innocenti. Terminata la guerra il padre fece il bigliettaio sui tram milanesi. Una famiglia modesta in cui sarebbe stato impossibile far studiare le figlie da ballerine se non ci fosse stata la scuola della Scala.

Donna austera, si direbbe data la professione e certe interpretazioni televisive, eppure così aperta al nuovo: collaborò addirittura con Elio e le Storie Tese, il famoso gruppo rock demenziale. La sua autobiografia è contenuta nel libro Passo dopo passo. Non l'ho letto. Chissà se racconta di quando si schierò pubblicamente a favore dei ferrotranvieri in sciopero a Milano, memore dei sacrifici della famiglia. La sua è una vita completa, in cui ai massimi livelli si fondono la grazia dell'arte e il senso etico del lavoro ben svolto e di un giusto impegno civile.