Scritture scriteriate

Un piemontese di razza e un grande italiano

Scambio due parole con una giovane signora al bar. Dall'accento non mi sembra marchigiana. Infatti mi dice di essere piemontese, precisamente originaria di un paese di montagna. Concordiamo su alcuni particolari del carattere dei piemontesi: una certa austerità, una riservatezza non ostentata ma che può risultare imbarazzante per noi, così aperti e chiacchieroni, inoltre un forte senso del lavoro professionalmente ben fatto, onestà e correttezza, almeno in linea di massima, visto che il male annida ovunque. Gran bel carattere quello piemontese. E poi i vini, i Rossi per eccellenza, il Monferrato, le Langhe, che poesia. Ma, volendo, ci sarebbe la storia di Torino operaia e imprenditoriale. In chiusura di chiacchierata, volendo farmi bello, chiedo alla ragazza se conosce le "Memorie della mia vita" di Giovanni Giolitti. Gran spalancata d'occhi: chi è costui?

Programma di storia dell'ultimo anno delle scuole superiori: l'Italia dalla seconda metà dell'800 all'avvento del Fascismo; i governi della Destra poi della Sinistra; i Fasci siciliani; lo scandalo della Banca romana; la Settimana rossa; la Guerra di Libia; la Prima guerra mondiale; D'Annunzio e Fiume; il Biennio rosso; la nascita del Fascismo e via dicendo. In tutti questi passaggi il nome di Giolitti è sempre centrale, anche quando non ricopre l'incarico di primo ministro.

Odiato da molti per i quali era il "ministro della malavita", o il nemico del proletariato. Odiato da Mussolini da socialista e poi da fascista; scarsamente compreso e comunque non coraggiosamente appoggiato dall'ala riformista del Partito socialista, nonostante le simpatie di un Bissolati e di un Turati che avevano compreso la sua politica sociale e la volontà di coinvolgerli in più occasioni al Governo del Paese. Non amato dalla destra liberale e dai ceti parassitari. Insomma Giolitti è Giolitti e le sue Memorie, pubblicate nel 1922, costituiscono un libro fondamentale per capire l'uomo, il personaggio, la storia d'Italia e d'Europa.

Nonostante questo la ragazza (senza colpa ovviamente) non lo conosceva. Ma di chi e di cosa la colpa dell'ignoranza della storia patria? Perché tanta ignoranza di fatti e uomini che i manuali ci presentano come fondamentali e che come tali dovrebbero far parte della tanto celebrata "memoria storica"? Ah! Saperlo! Comunque i giovani non ci hanno colpa. Anche se poi ce li troviamo in Parlamento quelli che non sanno chi siano De Gasperi, Togliatti, Gramsci, Sturzo e ... Giolitti.