Scritture scriteriate
Un ricordo amorevole
È morto Battiato. Questo non è il suo necrologio, ma un ricordo amorevole. Uno dei tanti autori consegnatici dalla terra siciliana, così aperta alla multiculturalità, frutto di secoli di fusioni culturali, che ha prodotto grandi scrittori e ancora lo fa.
Una carriera, quella i Battiato, anomala nel panorama musicale italiano dagli anni '60 in poi. Partito dal rock progressivo, passato all'avanguardia, nel corso di alcuni decenni è approdato ad una musica che fonde classico e contemporaneo; da testi di critica al piccolo borghese che c'è in ognuno di noi e alla società consumistica e dello spettacolo, è approdato alla maturità di una musica totale.
Filosofia, teologia, spiritualità sono arrivati a fondersi in una coerente trama di musica e testi che danno i brividi, tale la profondità dei concetti, delle sfumature e l'altezza della musica. Ricordo il suo concerto alla presenza di Papa Giovanni Paolo II, l'uso di alcune canzoni (canzoni?) in noti film, le interviste ironiche e composte alla TV. Ricordo anche una bella intervista degli anni '80 a Radio 4 a Porto San Giorgio con Mario Moretti e l'intervistatore Marco Della Nave. Questi, al termine gli chiese quale fosse per lui il più bel film. Come rispondere. Impossibile, e Marco lo sapeva. Battiato ci pensò un attimo e poi rispose: Berry Lindon. Aveva saputo scegliere un solo film che desse il senso di una sintesi cinematografica in cui tutto è ben collocato e utilizzato: recitazione, sceneggiatura, musica, colori, arte insomma. Non poteva che dare questa risposta Battiato. Lo ricordiamo così. Un uomo completo che ha realizzato una sua sintesi che è artistica in quanto umana e umana in quanto artistica. Un'arte coerente.