Destino crudele

05.10.2023

Doveva essere un momento di gioia, si è trasformato in una tragedia. Non c'è una tragedia che sia peggiore dell'altra ma certo lascia sgomenti immaginare come il destino possa spazzare via tutto in un istante. Le risate, la felicità di una vacanza in Italia probabilmente a lungo sognata e finalmente realizzata. Pensiamo agli ucraini, scappati da una guerra e morti sotto un ponte in un Paese dove la guerra non c'è. Pensiamo a quel padre che ha tirato fuori la figlia dal finestrino di quello che era diventato soltanto un ammasso di lamiere. A quei soccorritori costretti a trasportare corpi senza vita di uomini, donne e bambini.

Le responsabilità, se ci sono, verranno accertate. Ora però è il momento del dolore e dell'incredulità. Su quel pullman che portava al campeggio di Marghera c'erano loro ma poteva esserci chiunque. Non si può parlare d'altro che di destino crudele. Soffermiamoci sulle vittime e su coloro che hanno tentato, disperatamente, di dare una mano. Lì dove è avvenuto il disastro ci sono soltanto case popolari, lì vivono due immigrati che sono stati fra i primi ad accorrere, che hanno raccontato di aver sentito un rumore che sembrava un terremoto e poi le urla di chi chiedeva aiuto. A mani nude hanno tirato fuori una donna, una bambina, un cane. Hanno ascoltato le urla di un'altra donna che chiedeva di salvare la figlia, una bimba di due anni che era priva di sensi. L'hanno consegnata ai soccorritori e ora qualcuno li chiama "eroi". Hanno fatto quello che potevano, hanno provato ad aiutare persone che urlavano in un'altra lingua, ma la disperazione in fondo ha una lingua universale.

Il destino, dicevamo. Ha raccontato l'amministratore delegato della società che gestisce il servizio di pullman che quella corsa l'avevano prenotata in sedici, poi sono saliti in molti di più e ci sono anche quelli che avrebbero dovuto essere a bordo e invece hanno fatto tardi girando per Venezia. E quel ritardo è il motivo per cui oggi sono ancora vivi.

Come in altre tragedie del recente passato, attimi che fanno la differenza fra la vita e la morte, scelte apparentemente irrilevanti e che invece cambiano il destino. Quei turisti, la maggior parte molto giovani, sono esattamente come noi, a separarci da loro è solo il fato. Drammi come questo colpiscono dritto al cuore perché raccontano di quanto tutto si riduca a un attimo, perché poi in fondo vivere è non pensare che in un attimo potrebbe cambiare tutto. Ma oggi, almeno oggi, pensiamo a loro, a quei bambini, morti o vivi o magari senza più una famiglia, a quegli uomini e a quelle donne, partiti con una valigia carica di vestiti e sorrisi e che ora sono corpi avvolti nei lenzuoli.