Fischiettate Giovinezza, ma lasciateci in pace

26.04.2023

Non tutti credono nei valori della festa che si celebra il 25. C'è chi la trova una ricorrenza artificiosa, superata e divisiva, mentre altri ricordano che ciò che si commemora quel giorno ha provocato lutti, massacri e sterminio di innocenti, e sicuramente in nessun articolo della Costituzione c'è scritto che il senso di quella festa è alla base della nostra Repubblica. Eppure nessuno si sogna tutti gli anni di sollevare polemiche sul Natale – perché è del 25 dicembre che sto parlando. 

Anche chi lo ritiene un'orgia intollerabile di melensaggine e ipocrisia, alla fine stringe i denti e si gode la vacanza; magari non decora l'albero e non costruisce il presepio, si tiene alla larga dalla messa di mezzanotte e dai canti natalizi e rifiuta sia pandoro che panettone (magari solo una fettina, dai). Però se sono personaggi pubblici o ricoprono alte cariche dello Stato non si sentono ogni anno in dovere di annunciare che il 25 dicembre se ne staranno nel loro ufficio perché per loro non è una festa, o di precisare che quella data in realtà era la natività del dio Sole, che la stella cometa probabilmente è un'invenzione e che Gesù è il responsabile morale della strage degli innocenti ordinata da Erode.

È vero, di tanto in tanto salta fuori qualcuno che sostiene che il presepe nelle scuole e l'albero addobbato offendono altre religioni, ma vengono guardati con sconcerto e compatimento dagli stessi fedeli delle altre religioni, che hanno ben altro a cui pensare.

E allora perché non si può fare lo stesso con il 25 aprile, che in fondo è tanto meno impegnativo del Natale? Prendiamo atto che c'è un certo numero di persone allergiche alla festa della Liberazione dal nazifascismo perché sono nazifasciste e tengono in casa i busti del Duce malgrado ricoprano altissime cariche dello Stato nato dalla Resistenza (e allora il problema non è cosa fanno il 25 aprile ma come abbiano potuto ottenere quelle cariche), oppure perché non sapendo cos'è una dittatura non capiscono cosa significhi Liberazione, oppure perché sono ignoranti.

Inutile tentare di fargli cambiare idea, quelli non li recuperi più. Ma allora, è troppo chiedergli di non scassare i maroni tutti gli anni con dichiarazioni di cui nessuno sente il bisogno e che hanno l'unico risultato di scatenare fastidiose tempeste di retorica e di mobilitare gli storici per ribadire ciò che è scontato in tutto il mondo civile, e cioè che i nazisti e i fascisti erano i cattivi?

Così come viviamo in una parte del mondo modellata da duemila anni di tradizione cristiana (fatta di glorie e di miserie, di fede e di superstizione, di feste e di macelli dettati dal fanatismo), viviamo in una Repubblica che è nata dalla Resistenza, pur con tutte le luci e le ombre di un'epoca tremenda segnata da una guerra ideologica che divise continenti, popoli e perfino famiglie.

Se ci piace è così, se non ci piace è così lo stesso. Sempre giusto studiare, approfondire, ma è stupido e dannoso tentare sistematicamente di mettere in discussione, con sparate irresponsabili ed esibizioniste, l'esperienza fondativa su cui è stata costruita la casa in cui tutti abitiamo. Non vi piace il 25 aprile? Evitate le cerimonie e andate a farvi una scampagnata oppure chiudetevi in casa a spolverare i vostri busti del Duce fischiettando Giovinezza, ma lasciateci in pace.