I conti con la propria storia

27.01.2024

La colpa per il male che si è fatto non ha nulla a che vedere con i tanti mali che sono esistiti ed esistono. Non mi piace la definizione di "male assoluto" quando si parla della Shoah. Non c'è una graduatoria. Ma per la colpa sì. E la colpa più grave è quella che ha commesso il tuo mondo, covata nella tua cultura. Il fascismo è la nostra colpa. Aggiungere che anche in Cambogia ci furono genocidi o che ci sono zone in cui i cristiani sono perseguitati è segno di un certo buio nell'animo, della viltà che fa scappare innanzi alla colpa propria e cerca alibi nelle colpe altrui. La memoria è fare i conti con la propria storia.

Dopo una guerra possono esserci il perdono e la pacificazione – come provarono in Sudafrica per chiudere l'orrida pagina dell'Apartheid – ma non può esserci l'oblio. Ciascun caduto è una vita persa. Nel 1943 i "ragazzi di Salò" furono i realizzatori del rastrellamento degli ebrei, quando in un solo giorno, nella sola Roma, ne furono acchiappati e deportati più di mille, ed erano mille italiani. Ne tornarono una quindicina.

Dire "Mussolini fu uno statista" facendo la faccia di chi crede d'essere furbo nell'avere accompagnato quel cognome a una qualifica non negabile, è solo un mezzuccio per non fare i conti con la storia, per cancellare la memoria: Mussolini è una colpa italiana. Noi antitotalitari siamo antifascisti quanto siamo anticomunisti, quel comunismo sovietico che si realizzò lontano dalle condizioni immaginate da Marx. E benché si sia cresciuti fra gente che guardava a Mosca come al paradiso, è oggi troppo facile condannare quel che era evidente a chiunque volesse vederlo.

Ma il fascismo, quella è roba nostra. Cancellando Mussolini dal mondo non si è cancellato il male dal mondo, ovvio, la morte di nessuno dei grandi carnefici ha fatto sparire il male dalla storia. Ma se ti tieni il suo testone a portata di carezza, se ti ritrovi e commemori con il braccio teso, quel male ce lo hai in casa. E dire che anche in altre case ci sono altri mali serve soltanto a certificare che non hai il coraggio di misurarti con la storia. Questa è la ragione per cui la Memoria ha un senso solo se è indirizzata a ricordare le colpe proprie. Personali e collettive.