Il frutto della discordia

28.09.2023

Un tempo era la mela il frutto della discordia. Oggi invece è una pesca, rossa e succosa, come quella che la bambina del nuovo spot Esselunga acquista al supermercato per il padre fingendo sia un regalo da parte della mamma, entrambi separati.

Un tenero gesto d'innocenza o una velata forzatura verso il concetto di "famiglia tradizionale"? Come per altri prodotti culturali odierni, anche questo spot è passato al vaglio del giudizio insindacabile degli utenti social, spaccandoli in due fazioni: quelli che non vedono doppi fini nel messaggio di Esselunga e quelli che ne sottolineano il moralismo spicciolo.

La verità è che al giorno d'oggi comunicare e farsi capire è sempre più difficile. Non si può negare che non tutti i figli dei genitori separati si augurano una riconciliazione, che la stessa non avviene quasi mai attraverso una pesca e che un figlio non può e non dev'essere un collante fra due persone che non si amano più. L'importante è che quell'amore non venga sottratto ai figli.

Ma perché una bambina che prova a riavvicinare i genitori separati dovrebbe meravigliarci? Non sempre, ma spesso i figli di coppie separate ci provano, sperano di recuperare una dimensione familiare condivisa. Per amore, per ricerca di stabilità, a volte per una forma di comprensibile egoismo. I bambini e anche i ragazzi vogliono le loro certezze, il loro mondo fatto di punti di riferimento e rassicurazioni.

La pubblicità in questione, per altro azzeccatissima dal punto di vista sociologico (la stanno mandando – gratis – in tutti i tg e talk show), è solo un pezzo di vita edulcorato per fini commerciali. Non manca di rispetto a nessuno, non propone soluzioni innovative, prova solo a raccontare una storia, non particolarmente profonda e tantomeno inedita.

Il suo valore risiede nella speranza di spingere gli adulti a tutelare in ogni modo possibile l'amore per i bambini, perché le storie di mamma e papà possono finire, ma ci può essere tanto amore anche dopo l'amore.