Il signore scia con voi

04.11.2021

Le piazze erano piene di gente ma non tutti erano fascisti, anche se applaudivano ogni volta che qualcuno gridava No alla dittatura sanitaria! No al Green Pass! oppure offese personali a una donna sopravvissuta all'Olocausto.

Gli effetti di queste manifestazioni sono stati sicuramente più devastanti di quelli che può fare il vaccino, per cui non credo si possa parlare di paura nei confronti del farmaco ma di prepotenza atta a divulgare una serie di bugie per alimentarla. Ma anche la paura, uno dei sentimenti più umani che esistano, può essere trattata e discussa con toni pacifici. Rintronare una platea già rintronata, istigandola al grido di O rivoluzione o morte! non serve a nulla se non a domandarci se abbiamo davvero mai fatto i conti col nostro passato.

I vaccini e i tamponi sono due cose diverse: i primi assicurano una gratuita libertà di movimento che oggi è l'unica cosa possibile e sicura; i secondi portano a sbattere contro un ostacolo non appena scadute le quarantotto ore. È possibile schivarlo, ma devi pagare. Ed è giusto farlo. Che lo Stato si accolli centinaia di milioni al mese fino al termine dell'emergenza è economicamente insostenibile e moralmente sbagliato, perché quei soldi devono servire per sostenere la sanità pubblica, cioè un bene di tutti.

La teoria secondo cui il vaccino viene rifiutato per paura dei suoi effetti collaterali viene smontata ogniqualvolta le campane suonano a festa. Quando a metà maggio è stato introdotto il Green Pass per viaggiare, c'è stato il boom di prenotazioni per il vaccino. E siccome credo che i princìpi di almeno la metà degli artefici della "resistenza" siano molto labili, mi aspetto a breve un'altra torreggiante percentuale di nuovi vaccinati per le vacanze sulla neve. Vanno bene gli ideali e le "questioni di principio", ma se mi toccate la settimana bianca allora mi vaccino subito, prendo il Green Pass e vado a sciare. E che il signore scia con voi.

Sicuramente quelle piazze si sono dimenticate le parole che Liliana Segre ripete tutte le volte che viene invitata nelle scuole per raccontare alle giovani generazioni cosa è stata la Shoah: «Pensate con la vostra testa, non con quella di chi grida più forte».