L'Epifania tutte le feste si porta via

08.01.2024

La permanenza delle decorazioni natalizie in giro per la città dopo il sei gennaio mi rendono malinconico. Sarebbe meraviglioso se la cara vecchina con le scarpe tutte rotte si portasse via, insieme alle feste, tutto ciò che per un mese ce le ha fatte attendere, sognare e celebrare. Come per un incantesimo maligno, nel giro di una notte lucine, festoni e alberi glitterati diventano agenti di depressione, mi danno sui nervi e vorrei vederli sparire tutti in blocco, per restituire le strade alla consueta grigia nudità, che all'improvviso diventa agognata e desiderabile.

L'astio contro le decorazioni si trasferisce a chi dovrebbe smantellarle e se la prende comoda – i negozianti, il Comune, i vicini di casa, noi stessi, che ci ripromettiamo di rimettere via tutto già il sette gennaio e invece troviamo mille scuse per rimandare. Ci limitiamo solo a tenere spente le lucine dell'albero, con l'unico risultato di sentirci ancora più tristi. Oltretutto manca la manodopera per lo smontaggio, perché se già ero riluttante a dare una mano nelle operazioni di allestimento, quando si tratta di mettere via palline e festoni mi dileguo, oppure mi dò malato o mi ammalo per davvero, dato che gennaio è anche il mese delle influenze e delle malattie da raffreddamento. Così tutto rimane dov'è, a ricordarti la fugacità delle gioie e dei bei momenti.

E, ancora di più, il fatto che in quelle gioie e in quei bei momenti sotto sotto c'è una quota di finzione, teatro, artificio, plastica e carta colorata. Natale, Capodanno ed Epifania sfumano, e ne restano le frivole spoglie materiali: ciò che dava loro senso non c'è più e tornerà solo fra un anno, quando loro (gli addobbi) saranno sempre gli stessi e noi… chissà. Se Amleto nell'«Essere o non essere» avesse tenuto in mano una palla natalizia anziché il classico teschio, non avrebbe aspettato la fine della tragedia per morire e l'avrebbe fatta finita subito, definitivamente convinto dell'insensatezza della vita umana.

Eppure bisogna trovare il tempo e la forza e procedere a questa specie di funerale dei simboli delle feste, che vanno deposti con delicatezza nelle loro scatole di cartone e accompagnati mestamente in cantina o in soffitta. Come tutti i riti funebri, anche questo permette di elaborare il lutto e, in ultima analisi, di ricominciare a vivere. Anche perché solo chi ha il dono della fede crede che un giorno i defunti risorgeranno dalle tombe, mentre tutti possiamo avere la certezza che fra undici mesi le decorazioni natalizie riemergeranno smaglianti e coloratissime dagli scatoloni e torneranno a brillare per noi. Nel frattempo prepariamoci al Carnevale a colpi di dolcetti, che già dalla prossima settimana cominceranno ad apparire nelle vetrine dei panifici e delle pasticcerie. Tanto abbiamo già capito che anche per quest'anno la dieta la cominceremo l'anno prossimo.