Libertà di respiro

02.07.2021

Io non mi sono mai lamentato delle mascherine. All'inizio le ho adottate per necessità e per obbligo di legge, poi ne ho scoperto i lati positivi. Chiamatela sindrome di Stoccolma, ma ho finito per affezionarmi alla piccola carceriera di stoffa che mi porto in faccia da un anno e mezzo, e ora che le restrizioni si stanno allentando e si potrebbe girare almeno per strada a viso nudo o con la mascherina a mezz'asta, un po' mi dispiace.

E vi dirò che non sono il solo. Molti di quelli che a parole inneggiano alla ritrovata «libertà di respiro» sotto sotto avranno dei rimpianti per gli imprevisti vantaggi di un presidio che all'inizio odiavano. Uno dei primi vantaggi è per le signore, in quanto hanno potuto ridurre al minimo il tempo e l'impegno per il make-up. Un po' di mascara e via, niente più fondotinta, fard, cipria e rossetto, con un bel taglio anche alle spese cosmetiche. In pratica bastava lavarsi la faccia.

Oltretutto la mascherina ha protetto la zona dagli zigomi in giù dal temuto "photo-aging" e dalle sue nefaste conseguenze, rugosità e macchie, togliendo alle signore un anno di invecchiamento cutaneo senza bisogno di punturine e trattamenti estetici, rendendo inutile anche il botox perché cedimenti e rilassamenti venivano strategicamente occultati.

E poi tenere naso e bocca coperti durante l'inverno ha significato meno raffreddori, oltre a respirare meno polveri sottili. Ma ci sono altri vantaggi di carattere più socio-psicologico. Ad esempio nascondere la bocca permetteva di canticchiare per strada senza attirare sguardi perplessi o sconcertati, di fare boccacce di nascosto o parlare fra sé senza sembrare matti.

Si poteva fingere di non riconoscere chi si voleva evitare o non essere riconosciuti da persone sgradite, o addirittura circolare in incognito come i nobili veneziani durante il Carnevale. Nel caso peggiore c'era l'alibi perfetto: «non ti ho visto, scusa, cosa vuoi, con la mascherina...». Chi potrebbe dire che siamo veramente noi quando metà della faccia è dietro a un pezzo di stoffa? Facile negare di essere stati in un certo posto o sostenere di essere stati confusi con qualcun altro, in fondo le mascherine sono tutte uguali. A meno che non siano diverse - e qui c'è un altro aspetto simpatico delle mascherine, e cioè che hanno dato vita a una miriade di modelli e fantasie colorate e spiritose, in genere più delle facce che stanno sotto.

Certo, nessuna legge vieta o ha mai vietato di girare con una mascherina igienica, nemmeno prima della pandemia, ma ora l'umore pubblico sta rapidamente cambiando, e se fino a un paio di settimane fa veniva guardato male chi girava spavaldamente a viso scoperto o lasciava fuori il naso, ora sono i mascherati ad attirare occhiate di rimprovero: ecco i chiusuristi, i menagramo, i covidioti inguaribili, gli ipocondriaci, i fan di Speranza senza speranza, i vaccinati che non sono sicuri al cento per cento che i vaccini funzionino davvero.

E allora, per evitare brutte figure, in questo periodo di interregno porterò la mascherina abbassata sulle mascelle. Scoprirò la faccia ma almeno nasconderò il doppio mento.