Massacrate

06.11.2023

Mi ha colpito l'intervista rilasciata da Annalisa al Corriere della Sera, in cui una delle grandi dominatrici delle classifiche discografiche degli ultimi anni manda messaggi chiari e forti sul rapporto fra la critica e le colleghe che, come lei, sono indiscusse protagoniste del panorama artistico nazionale.

Annalisa fa i nomi di Elodie ed Emma, sottolineando le affinità umane, artistiche e soprattutto quella che a suo modo di vedere è una realtà con cui queste stelle del firmamento musicale italiano sono chiamate a fare i conti quotidianamente: l'essere attaccate, criticate e persino osteggiate appena possibile. "Massacrate", secondo l'immagine scelta dalla stessa cantante.

Perché lei, Elodie ed Emma sarebbero sottoposte ad un'attenzione quantomeno occhiuta da parte della critica è intuitivo: il loro apparire. Per farla ancora più breve: la bellezza. In particolare quella carica sexy a cui personaggi come lei o Elodie legittimamente non rinunciano. Del resto, proprio Elodie è stata al centro di non poche polemiche per la scelta delle immagini a sostegno dei suoi ultimi lavori. Non tutti (e non tutte) hanno digerito le fotografie nude look o quasi.

Amiamo raccontare la nostra società come ultra secolarizzata, rotta a qualsiasi emozione, sensazione e immagine, ma due capezzoli possono ancora fare tutta la differenza del mondo. Un tempo si cercavano gli effetti pruriginosi di un pubblico maschile ingenuo, oggi c'è da soddisfare l'ansia costante del "politicamente corretto ", che vorrebbe una donna obbligata a tarpare o rinunciare al proprio sex appeal.

Appare un po' ridicolo che oggi Annalisa si senta "bollata", quando più di sessant'anni fa superstar immortali ammiccavano tranquillamente occupando per l'eternità l'immaginario maschile. E noi saremo così "moderni" ed "evoluti" da non riuscire a gestire le libere scelte artistiche di donne affermate e consapevoli come un'Annalisa o un'Elodie? Dovremmo educarci alla consapevolezza e alla gestione della sessualità e dell'erotismo sin dalla giovane età, non alla sua negazione calvinista che – nella migliore delle ipotesi – genera storture e disordinate corse al porno.