Non te la prendere

29.11.2021

È difficile mettere insieme in un unico gesto violenza fisica, psicologica, ignoranza, stupidità e protervia, come nel caso della giornalista Greta Beccaglia, palpeggiata in diretta televisiva al termine della partita di calcio fra Empoli e Fiorentina. Quel personaggio, consapevole di essere in diretta tv e probabilmente proprio per quello, che non ci pensa due volte prima di molestare una donna è un viaggio in un abisso. Vedere quel soggetto ridere come un minus habens mentre passa e crede di affermare la propria supremazia toccando il culo di una donna, ci ricorda l'enorme lavoro che abbiamo davanti.

Ancora più istruttive le due opposte reazioni: la giornalista non fa finta di nulla, indica l'imbecille, alza la voce e gli fa capire che la cosa non finirà lì. Dallo studio, invece, arriva un raggelante "non te la prendere". Non te la prendere?! Cosa vuoi dire con questa frase? Vorresti sminuire, circoscrivere o cos'altro?

Ho provato a leggere la risposta in due versioni. Secondo la versione buonista avrà pensato, con gli strumenti a sua disposizione, che quello fosse il modo migliore di manifestare solidarietà, ipotesi che comunque denuncerebbe una grave impreparazione umana e professionale. La seconda lettura, quella che temo più aderente alla realtà, è figlia di una distorsione cognitiva vecchia come il mondo, per cui in fin dei conti in quel gesto non c'è poi chissà cosa... al più una goliardata.

In questo grave episodio, ovviamente non rappresentativo di tutti gli uomini ma comunque significativo, vediamo tutto il cammino che dobbiamo ancora fare per educare ed estirpare. Il molestatore è stato già individuato, sarà denunciato e mi auguro adeguatamente sanzionato, ma la cosa non può chiudersi così. Il tema educativo e formativo resta quello centrale e in quel "non te la prendere" del collega della giornalista, impossibile da ignorare, colgo un grave allarme quasi come la molestia stessa.