Quel bravo ragazzo

20.11.2023

«È stato il vostro bravo ragazzo» ha scritto la sorella maggiore della povera Giulia, sequestrata, riempita di botte, accoltellata e gettata in un dirupo dall'ex fidanzato Filippo Turetta. È chiaro che si rivolgeva ai genitori di Filippo, che nelle interviste continuavano a ripetere che il loro figlio era un bravo ragazzo e non aveva mai dato un pensiero ai genitori.

Ma lei lo sapeva che era una bugia, perché quel "bravo ragazzo" da tempo stalkerava e ricattava psicologicamente sua sorella. E Giulia, che era davvero una brava ragazza, provava pena per lui e non aveva tagliato tutti i ponti con il "poverino" che minacciava il suicidio. Ma io credo che il rimprovero fosse anche per tutti quelli che continuano a prendere sul serio il mito del "bravo ragazzo", dove per tale si intende un maschio caucasico con la faccia pulita, preferibilmente con i capelli corti, senza barba, piercing e tatuaggi, che studia all'università o ha un lavoro fisso, non s'immischia con la politica e si tiene ben lontano dalle manifestazioni di piazza.

È il ragazzo che vorremmo come figlio o il fidanzato che auspichiamo per nostra figlia, perché uno così non può avere lati oscuri. Perbacco, ha i capelli corti, una busta paga o un libretto universitario in tasca e beve solo succo di frutta. È chiaro che è una persona affidabile, responsabile e incapace di fare del male o mettersi nei guai e pensa solo allo studio o a farsi una posizione, mica come certi debosciati. E pazienza se moltissimi casi di cronaca ci hanno dimostrato cosa possono fare i "bravi ragazzi" alle ragazze, a cominciare dal massacro del Circeo, perpetrato da sbarbatissimi giovanotti delle meglio famiglie romane, fino al penultimo "bravo ragazzo" con un impiego sicuro, che si è trasformato in uno spietato femminicida: si chiamava Alessandro Impagnatiello, ed è quello che ha avvelenato e poi accoltellato la fidanzata incinta, colpevole solo di avere scoperto le sue tresche. Ma nel mezzo ci sono stati tanti ex "bravi ragazzi" diventati bravi padri attaccatissimi alla famiglia che, incapaci di affrontare da uomini problemi di soldi o un licenziamento, hanno preso un martello o un coltello e hanno massacrato moglie e figli.

Con questi chiari di luna la vera garanzia di serenità per la propria figlia è che si fidanzi non con un "bravo ragazzo" ma con una ragazza. Non è detto che vivranno per sempre felici e contente, ma almeno allungheranno la loro aspettativa di vita, considerando che tre quarti delle donne vittime di omicidio in Italia vengono uccise da un partner maschio, che poi di solito è anche quello che nella stragrande maggioranza dei casi esercita violenze e abusi fisici e psicologici.

Finché ci ostineremo a credere stupidamente nel mito del "bravo ragazzo" invece che dare più ascolto e sostegno alle brave ragazze come Giulia, dovremo ancora versare molte lacrime. Di coccodrillo.